“Mi piace immaginare che avete l’occhio di custodi”. Con queste parole mons. Benoni Ambarus, arcivescovo di Matera-Irsina e vescovo di Tricarico, si è rivolto questa mattina ai rappresentanti della Polizia di Stato, delle istituzioni civili e militari e alla comunità riunita nella chiesa madre di Pomarico per la festa di San Michele Arcangelo, patrono del paese e delle forze dell’ordine. Nell’omelia, l’arcivescovo ha proposto una riflessione sul ruolo degli angeli come segno della presenza di Dio nella storia umana. “La vita o la gestisci o la vita ti gestisce”, ha affermato, sottolineando l’importanza di scelte consapevoli e responsabili. In questo cammino, ha ricordato, il Signore “dirige ogni nostro passo” e manda i suoi angeli a custodire, a sostenere, a guidare. Richiamando le parole del Vangelo e la figura di Natanaele, mons. Ambarus ha evidenziato il messaggio centrale della liturgia: “Tu vedrai cose più grandi… Vedrai gli angeli di Dio salire e scendere”. Una scala simbolica che rappresenta la vicinanza di Dio all’uomo, attraverso i suoi messaggeri. Il vescovo ha poi ricordato il significato dei tre arcangeli: Michele, “chi è come Dio?”, che combatte il male e difende l’uomo; Gabriele, che porta la buona notizia e sostiene con la parola; Raffaele, “medicina di Dio”, che accompagna, protegge e guarisce. “Il male esiste, non è un mito”, ha detto, aggiungendo che “il male va combattuto con le armi del Vangelo e dell’amore”. Rivolgendosi alle forze dell’ordine, mons. Ambarus ha detto: “Non so se siete più Michele, più Gabriele o più Raffaele; comunque, siete a difesa del bene”. Ha quindi espresso gratitudine per il loro servizio e invocato per loro il dono della fortezza e la protezione degli arcangeli. “Ogni giorno – ha concluso – invochiamo la loro vicinanza, perché il Signore non ci ha lasciati soli”.

(Foto diocesi Matera-Irsina)