“Perché […] ero carcerato e siete venuti a trovarmi”: questo passo del Vangelo di Matteo 25,35-44 è a fondamento del servizio pastorale che l’arcidiocesi di Spoleto-Norcia offre all’intero della Casa di reclusione di Spoleto e che si declina con la presenza della Cappellania (formata da p. Marco Antonio Maria Uras, cappellano, e dai membri laici Elisabetta Giovannetti e Antonio Cuozzo) e di alcuni servizi della Caritas diocesana. Una presenza costante, discreta e silenziosa che ha come unico obiettivo quello di non far sentire dimenticati i carcerati. Come, infatti, ha affermato l’arcivescovo Renato Boccardo andando in visita in Carcere: “Nulla è perduto per chi si affida alla bontà del Signore”. Accanto al servizio pastorale proprio del Cappellano molte sono le attività messe in campo dalla comunità ecclesiale all’interno del carcere, coordinato con i vertici dell’Istituto penitenziario come distribuzione di prodotti per l’igiene del corpo e indumenti sportivi ai detenuti indigenti che ne fanno apposita richiesta: avviene ogni sabato mattina grazie alla collaborazione di un gruppo di volontari, tra cui alcuni dipendenti dell’azienda spoletina Costa d’Oro, coordinati da Massimo Succhielli. “La presenza di un deposito Caritas all’interno dell’Istituto Penitenziario – afferma il direttore della Caritas, don Edoardo Rossi – ha assunto un’importanza notevole, direi indispensabile, considerata l’elevata richiesta di aiuto da parte dei detenuti che non hanno alcun tipo di sostentamento economico, né alcun supporto della rete familiare”. Dal mese di giugno al 31 agosto scorso sono stati distribuiti circa 800 prodotti di igiene per il corpo e circa 200 pezzi tra indumenti e biancheria intima. Per il loro acquisto sono stati usati anche dei fondi derivati dalla vendita, lo scorso mese di giugno, nelle Pievania di S. Giovanni Battista (Baiano-S. Martino in Trignano), del beato Pietro Bonilli (Trevi) e di santa Chiara della Croce (Montefalco) di oltre 300 piantine aromatiche coltivate da due detenuti all’interno del Carcere. Inoltre è attivo un Centro d’ascolto coordinato da Elisabetta Giovannetti e dal cappellano p. Uras: il centro – afferma Giovannetti – è “aperto tutti i giorni e questa scelta si è resa necessaria viste le numerose domandine depositate nelle apposite caselle Cappellania e Caritas”. “Il nostro servizio ecclesiale – aggiunge p. Uras – è curare attraverso l’amore di Cristo le ferite di chi è senza libertà per i suoi errori”. Sempre tra i servizi offerti dalla comunità ecclesiale la promozione di attività progettuali grazie a progetti con Caritas Italiana, tra cui il progetto “L’Amore …oltre le catene” basato sul confronto diretto tra un gruppo scelto di detenuti e gli studenti di alcune scuole secondarie di II grado del comprensorio di Spoleto, che in carcere hanno affrontato tematiche di estrema attualità come le varie forme di dipendenza; il “Progetto Farfalla” che ha dato l’opportunità ad alcuni detenuti di seguire dei corsi di formazione certificati svolgendo i relativi tirocini esterni (ambito agricolo e ristorativo). Due dei detenuti che hanno partecipato al progetto ora hanno un contratto di lavoro a tempo indeterminato, potendo così accedere ai benefici previsti dall’art. 21 dell’ordinamento penitenziario.