Consiglio permanente: card. Zuppi, “non solo crisi dell’Onu”, no alla “globalizzazione dell’impotenza”

“Non stiamo vivendo solo una crisi dell’Onu. Siamo nell’età della forza”. A lanciare il grido di allarme è stato il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, aprendo il Consiglio permanente dei vescovi italiani, in corso a Gorizia fino al 24 settembre. “Addirittura, si teorizza che la guerra sia una compagna naturale della storia dell’uomo, quasi intrinseca alla natura umana da sempre, mentre la pace sarebbe qualche breve e occasionale parentesi, quasi fossimo dominati da un destino da cui è impossibile liberarsi, quello di combatterci e di ucciderci a vicenda”, l’analisi del cardinale, che ha esortato a riprendere e a cercare di realizzare il “sogno” di Paolo VI nel suo celebre discorso all’Onu del 4 ottobre 1965, alla vigilia della conclusione del Concilio Vaticano II. “Vogliamo però sfuggire alla globalizzazione dell’impotenza, con molta saggezza indicata da Papa Leone, per cui pensiamo non si possa fare nulla”, ha assicurato Zuppi citando il videomessaggio di Prevost su questo tema: “La globalizzazione dell’impotenza è figlia di una menzogna: che la storia sia sempre andata così, che la storia sia scritta dai vincitori. Allora sembra che noi non possiamo nulla. Invece no: la storia è devastata dai prepotenti, ma è salvata dagli umili, dai giusti, dai martiri, nei quali il bene risplende e l’autentica umanità resiste e si rinnova”. “È a questo popolo che vogliamo appartenere, incoraggiati anche da tanti testimoni che non hanno smesso di essere cristiani nella tempesta del male”, ha assicurato il presidente della Cei, auspicando che momenti di preghiera e digiuno, “come già avvenuto in tante diocesi e realtà del nostro Paese, si possano moltiplicare”, perché  “la pace inizia dalla prossimità, si impara nel gesto di accogliere, di non respingere, di sostare con l’altro”.

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