“La situazione di guerra sta diventando sempre più pericolosa ed imprevedibile… Dobbiamo renderci conto che il pericolo di una guerra mondiale ai confini europei non è più un’opzione utopica, ma un vero rischio”. A lanciare il monito, esprimendo “profonda preoccupazione”, è mons. Maksym Ryabukha, esarca della Chiesa greco-cattolica di Donetsk. La diocesi a lui affidata comprende le regioni di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Dnipropetrovsk. Terre che si trovano a pochi chilometri dal confine russo e dal fronte, dove si combatte per la difesa metro per metro del territorio ucraino. Il vescovo racconta come la situazione in queste zone “è veramente grave. Non riuscendo a prendere le città e i villaggi, i russi bombardano tutto: casa per casa, macchina dopo macchina, villaggio dopo villaggio… Non riuscendo a rompere la resistenza del popolo ucraino, cercano di eliminarlo del tutto. La vita è sempre sotto rischio. Mi domando: quando qualcuno ti deruba la casa, cosa fai? Chiami la polizia e cerchi la difesa, non lasci la tua casa al ladro”. La notizia dell’attacco russo con droni in Polonia è giunta anche qui. Il vescovo commenta: “l’aggressore non ha nessuna intenzione di fermarsi all’Ucraina e gli attacchi in Polonia lo dimostrano. Si fermerà? Dubito! Purtroppo, se la mente assetata di sangue e potere, non si ferma, fa danni sconvolgenti e irreparabili”. Il vescovo lancia quindi un’esortazione all’Europa: “Guardare senza reagire rafforza il coraggio dell’assassino di procedere nei propri progetti. Oggi non è più il tempo di accontentarlo, sperando che si calmerà. Perché più va avanti e più cresce il desiderio di non fermarsi”. Il vescovo ricorda all’Europa il proverbio: “Chi tace, acconsente”. E avverte: “Il silenzio, il far finta che nulla sia successo, acconsente di procedere avanti, guardando anche all’Europa”.