Centoquaranta pasti al giorno a chi vive in difficoltà. È l’obiettivo raggiunto a fine agosto dall’Asilo notturno di Monza, gestito dalla Conferenza S. Piergiorgio Frassati della Società di San Vincenzo De Paoli, , dove non si trova soltanto un letto o un pasto caldo, ma uno sguardo capace di restituire dignità.
C’è chi arriva con un passato segnato dal dolore. Un uomo di 60 anni, dopo vent’anni di carcere, racconta: “A vent’anni le prime sparatorie, poi le rapine a mano armata. Ho speso 250 mila euro in un anno tra cocaina, macchine e donne. Oggi mi sento uno scarto, ma qui trovo ristoro e speranza. Nessuno mi giudica”.
Ben, oggi custode della struttura, ne è la prova vivente: da ospite fragile e in difficoltà è diventato punto di riferimento quotidiano. “Sa cosa significa stare dall’altra parte – sottolinea Andrea Maestri, presidente della Conferenza S. Frassati – Asilo notturno del Consiglio Centrale di Monza della Società di San Vincenzo De Paoli – e lo dimostra con dedizione e cura”.
Ci sono anche storie di solitudine improvvisa, come quella di un meccanico 60enne rimasto senza famiglia dopo una vita di lavoro, o quella di un giovane di 30 anni con fragilità psichiche, che qui ha trovato ascolto e voglia di ricominciare. E non mancano le famiglie, come Stefano, costretto a chiedere aiuto nonostante un lavoro che non basta a garantire una vita dignitosa.
L’Asilo notturno non è solo assistenza materiale. È uno spazio di ascolto e accompagnamento. Claudia Beltrame, membro dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Centrale di Monza della Società di San Vincenzo De Paoli, ricorda un incontro speciale: “Un uomo, appoggiato alla sua vecchia bicicletta, mi ha preso la mano senza chiedere nulla. Mi ha solo ringraziato. Ho capito che il nostro servizio non è distribuire pasti o preparare letti: è restituire valore a chi troppo spesso si sente invisibile”.
Gestito dalla Conferenza S. Piergiorgio Frassati della Società di San Vincenzo De Paoli, l’Asilo di via Raiberti mette a disposizione 36 posti letto (per un massimo di 90 giorni), distribuisce da fine agosto circa 140 pasti al giorno ed è sostenuto da 10 soci e 35 volontari. A mezzogiorno chiunque può sedersi a tavola per un pranzo caldo; la sera, la cena è riservata agli ospiti, ma chi bussa riceve comunque un sacchetto completo.
“Ciò che la società definisce grave marginalità – ricorda Stefano Bellini, presidente della San Vincenzo di Monza – per noi è l’incontro con persone che custodiscono ancora possibilità di inclusione e riscatto. Basta saperle riconoscere e accompagnare”.