L’emergenza umanitaria in Medio Oriente squarcia il velo al Parlamento europeo finendo in agenda con una risoluzione storica, la prima votata dall’Eurocamera a quasi due anni dal riacutizzarsi delle tensioni a seguito degli eventi del 7 ottobre 2023. Oggi, giovedì 11 settembre, l’emiciclo di Strasburgo ha approvato con 305 voti a favore, 151 contrari e 122 astenuti la risoluzione intitolata “Gaza al limite: l’azione dell’Ue per combattere la carestia, l’urgente necessità di liberare gli ostaggi e procedere verso una soluzione a due Stati”, presentata in maniera congiunta da Verdi, Socialisti e Liberali. Con l’approvazione del testo, il Parlamento chiede agli Stati membri di “valutare il riconoscimento dello Stato di Palestina” ed esprime il suo sostegno all’approccio annunciato da Ursula von der Leyen.
Ieri, infatti, in occasione del Discorso sullo stato dell’Unione la presidente della Commissione ha annunciato una “svolta” sulla questione mediorientale, con sanzioni ai ministri estremisti del governo presieduto da Benjamin Netanyahu e la sospensione parziale degli accordi commerciali Ue-Israele.
Tornando alla risoluzione approvata stamattina, il voto finale è arrivato dopo una lunga pausa concessa per consentire ai gruppi di confrontarsi alla luce dei risultati dei voti sui singoli emendamenti. Tra i punti più intricati, la richiesta di Socialisti, Verdi e Sinistra di inserire il termine “genocidio” nel testo della risoluzione con una menzione diretta alle responsabilità in capo a Israele, ipotesi poi tramontata per l’opposizione dei Popolari e dell’ala destra del Parlamento.
Il testo approvato è più blando rispetto a quanto proposto, con numerosi emendamenti ritirati nel tentativo di mettere d’accordo le varie anime del Parlamento, ma costituisce anche una prima e ufficiale presa di posizione da parte di Strasburgo verso l’emergenza umanitaria che da quasi due anni sconvolge ininterrottamente la Striscia di Gaza.