Si è spento questa mattina all’ospedale di Pisa, dove era ricoverato nel reparto di cardiologia, Francesco Mallegni, 85 anni, paleontropologo conosciutissimo.
Assistente universitario nel 1973, era divenuto professore associato nel 1980 e, dal 2002, docente ordinario di paleoantropologia al dipartimento di Scienze archeologiche di Pisa e Siena, Mallegni è autore di ricostruzioni facciali di diversi personaggi medievali.
Nel 2002 dette vita a test del Dna sui corpi del conte Ugolino della Gherardesca e dei suoi figli, i cui resti mortali riposavano nella chiesa di San Francesco in Pisa.: la sua analisi forense ‘scagionò’ Ugolino dall’accusa di cannibalismo.
Nel 2005, Mallegni e Giacomo Michelini studiarono il cadavere di Papa Gregorio VII.
Due anni dopo Mallegni diede all’immagine di Dante un nuovo aspetto 3D: grandi occhi, una mascella arrotondata e un’espressione più gentile, sebbene il naso rimanga storto.
A lui la curia pisana aveva affidato, negli anni, la ricognizione delle ossa di san Ranieri, patrono di Pisa, di san Faustino, patrono di Pontedera, di Arrigo VII, conte di Lussemburgo, re di Germania dal 1308, re dei Romani e imperatore del Sacro Romano Impero dal 1312 alla morte. E di molti altri.
Nel recente passato si era occupato dei resti di tre santi conservati nel duomo di Pisa: san Niccodemo, spesso raffigurato nei dipinti rinascimentali (La deposizione di Rosso Fiorentino e di Caravaggio) intento a togliere il Cristo dalla croce per consegnarlo alle pie donne; Gamaliele maestro dell’apostolo Paolo e Abibone, apostolo di San Paolo e figlio dello stesso Gamaliele.
I suoi studi si erano concentrati anche sulla Sacra Sindone, intorno alla quale teneva diverse conferenze, convinto che fosse riconducibile al velo intorno a cui era stato avvolto Gesù dopo la crocifissione.
Sposo di Laura – morta alcuni anni fa – padre di Gabriele, Arianna e Raffaello, era un uomo di fede: ogni giorno partecipava alla celebrazione eucaristica nella chiesa di San Biagio.
Grande comunicatore, Mallegni ha avuto il merito di avvicinare molte persone ad una materia – la paleoantropologia – riservata a pochi addetti ai lavori. Aveva anche un gran senso dell’umorismo, che lo aiutava ad entrare in empatia con chiunque.