Cop30: episcopati di America Latina, Africa e Asia alle Nazioni Unite, “risposte all’altezza della dimensione della crisi, affrontare il debito”

“Vi invitiamo a unire le forze per rafforzare i processi multilaterali democratici, come l’Accordo di Parigi, e ricostruire la fiducia nella cooperazione e nel dialogo, unendoci come umanità, Nord e Sud, per il benessere del pianeta”. È la richiesta espressa dalle Chiese del Sud del mondo (America Latina e Caraibi, Africa e Asia) all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, in una lettera indirizzata alle sue autorità in occasione dell’“Evento speciale di alto livello del Segretario Generale delle Nazioni Unite sull’azione per il clima”.
I vescovi del Sud del mondo portano all’attenzione dell’organismo internazionale il “Messaggio delle Conferenze e dei Consigli episcopali cattolici di Africa, Asia, America Latina e Caraibi in occasione della COP30. Un appello alla giustizia climatica e alla Casa Comune: conversione ecologica, trasformazione e resistenza alle false soluzioni”.
Il documento è stato presentato a inizio luglio alle Chiese locali e a Papa Leone XIV. Sebbene i vescovi apprezzino gli sforzi del Segretario generale delle Nazioni Unite nel riconoscere che “il cambiamento climatico è un fattore di insicurezza e instabilità”, si evidenzia nella lettera, questo è uno dei motivi per lavorare da diverse prospettive affinché la COP30 “offra un risultato all’altezza della dimensione della crisi climatica”. A questo proposito, i vescovi scrivono la lettera perché “sono seriamente preoccupati per la possibile mancanza di ambizione nel garantire la soglia di 1,5° nella temperatura”.
Da qui, l’esortazione dei rappresentanti delle Chiese del Sud del mondo ai decisori politici a rispettare l’Accordo di Parigi, garantire finanziamenti sufficienti per il clima – per recuperare le perdite e i danni e costruire comunità resilienti, evitando che il Sud del mondo continui a indebitarsi. Un’opzione che implica l’utilizzo della COP30 come momento speciale per “concordare un meccanismo multilaterale congiunto che acceleri e sostenga le transizioni dei popoli e delle comunità”.

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