“Oggi, ancora una volta, il Mare Mediterraneo ci racconta una ferita profonda: vite spezzate, sogni infranti, famiglie devastate. Come Migrantes delle Chiese di Sicilia, ci uniamo in preghiera per le vittime di questa ennesima tragedia annunciata e lanciamo un appello aperto alle istituzioni, alla società civile e a ogni cuore solidale”. Queste le parole di Santino Tornesi, direttore dell’Ufficio regionale per le Migrazioni della Conferenza episcopale siciliana, rilasciate al Sir dopo l’ennesimo naufragio al largo di Lampedusa, che ha visto il salvataggio di 60 persone, già sbarcate, e il recupero di 26 vittime, come riferito dalla Guardia costiera. “Non possiamo accettare – aggiunge Tornesi – che il mare e l’indifferenza diventino luoghi comuni di morte. La dignità di ogni migrante esige soccorso immediato, protezione e un rifugio sicuro”. Da qui, la richiesta alle autorità competenti di “porre al centro delle politiche migratorie la dignità umana e la protezione dei più vulnerabili, in un contesto di cooperazione europea e internazionale”. “Rinnoviamo – conclude il direttore dell’Ufficio pastorale delle Migrazioni – l’urgenza di aprire nuovi corridoi umanitari, vie legali chiare per chi cerca protezione, e un impegno condiviso tra gli stati per trovare soluzioni durature. L’orizzonte deve essere quello di una solidarietà concreta, non di una mera gestione delle emergenze”.