Un nuovo appello e nuove richieste rivolte a Israele in merito alle restrizioni imposte sulle Ong internazionali, sono contenute in una dichiarazione diramata oggi e sottoscritta dai ministri degli esteri di Australia, Belgio, Canada, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Grecia, Islanda, Irlanda, Giappone, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito, insieme all’Alto Rappresentante Ue insieme a due commissari Ue (per il Mediterraneo e per la gestione delle crisi). Manca la firma italiana. “La sofferenza umanitaria a Gaza ha raggiunto livelli inimmaginabili”, comincia la dichiarazione che chiede di “intervenire con urgenza per fermare e invertire la tendenza. Lo spazio umanitario deve essere protetto e gli aiuti non dovrebbero mai essere politicizzati”.
Nelle scorse settimane le Ong avevano espresso profonda preoccupazione, per regole di registrazione stringenti che rischiano di vederle costrette lasciare i Territori Occupati, con conseguenze disastrose. La richiesta al governo di Israele è “di autorizzare tutte le spedizioni di aiuti delle Ong internazionali e di sbloccare le attività degli attori umanitari essenziali”. Bisogna che Israele faciliti l’accesso sicuro agli operatori umanitari, che gli aiuti possano passare da tutti i valichi e tutte le rotte, che non si usi la forza nei siti di distribuzione. I leader ringraziano Stati Uniti, Qatar e Egitto per gli sforzi per un cessate il fuoco e che possa porre fine alla guerra affinché “gli ostaggi vengano rilasciati e gli aiuti possano entrare a Gaza via terra senza ostacoli”.