Giubileo dei giovani: alla Basilica di Maria Regina degli apostoli con Caritas italiana si parla di “popolo” e del protagonismo dei giovani

“Non si è mai troppo giovani per non fare qualcosa e non si è mai troppo adulti per non chiedere aiuto ai giovani”. Si parla di protagonismo dei giovani questa mattina all’incontro che nell’ambito del Giubileo e dell’iniziativa “12 parole per dire la speranza” si sta svolgendo presso la basilica di Maria Regina degli apostoli. La parola su cui i circa 220 giovani stanno riflettendo è la parola “popolo” e a introdurre i lavori sono stati due giovani operatori della Caritas diocesana di Altamura che lavorano presso il Centro giovanile “Tabutà – la casa dei Talenti”. Un progetto che si è aperto nel cuore del centro storico di Acquaviva per essere un punto di riferimento per ragazzi e adolescenti e per rispondere alle esigenze del territorio valorizzando i talenti delle persone che lo abitano. Protagonismo – ha detto Leonardo Laterza – significa essere attori di cambiamento ed esserlo adesso perché solo mettendosi in gioco ci capisce chi siamo. I due ragazzi della Caritas hanno offerto all’attenzione dei ragazzi qualche dato. Il 40 per cento delle persone che bussano oggi ai centri di ascolto Caritas ha meno di 34 anni. Il numero di “neet” – i giovani che non studiano e non lavorano – ha raggiunto nel nostro paese il tasso più elevato di Europa. E la povertà è ereditaria: 6 persone su 10 che si rivolgono ai centri di ascolto, proviene da famiglie povere. Che fare? Le parole chiave – dice Francesco Scaramuzzi di Caritas Altamura – sono tre: cura, accompagnamento e soprattutto protagonismo. “I giovani – dice – non vanno solo ascoltati. Vanno anche coinvolti ma occorrono comunità che sono capaci di fare spazio lasciandosi interpellare dai giovani. Ecco perché il “popolo” che i giovani immaginavano sono “comunità. “Non una somma di individui ma persone di diverse generazioni che si ascoltano, si conoscono e si accompagnano”. Il principio insomma è la dimensione del rapporto intergenerazionale dove i giovani offrono sogni ed energie e gli adulti terreno, realtà e concretezza.

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