Di fronte ai casi di infezione da West Nile virus – attualmente 10 in Italia, uno dei quali ha causato ieri la morte di una donna di 82 anni – occorre non farsi prendere dall’ansia, ma essere vigili, monitorare, prevenire e controllare perché le malattie infettive a trasmissione vettoriale sono un problema globale. Lo sostiene in un’intervista al Sir Carlo Torti, direttore dell’Unità operativa di Malattie infettive presso il Policlinico Agostino Gemelli Irccs, professore ordinario di Clinica delle malattie infettive all’Università Cattolica del Sacro Cuore, attualmente in missione in Uganda, che abbiamo raggiunto telefonicamente. La maggior parte delle persone infette è asintomatica, ma nel 20% dei casi si manifesta una febbre leggera e meno dell’1% può sviluppare forme gravi neuroinvasive come encefalite o meningite.
Il cambiamento climatico, spiega l’esperto, può favorire la proliferazione delle zanzare e la diffusione del virus. “Non bisogna farsi prendere dall’ansia; tuttavia si tratta di un problema emergente nel mondo intero, di fronte al quale dobbiamo fare il massimo. Da un lato per monitorare cosa stia succedendo; dall’altro per adottare tutte le contromisure necessarie sia in termini di controllo degli insetti vettori, sia in termini di prevenzione e diagnosi precoce di questi fatti infettivi”. Non esistono vaccini o terapie specifiche. Per questo, “bonifiche ambientali sugli insetti, diagnosi precoce, controllo delle trasfusioni di sangue per evitare che anche quest’ulteriore via di trasmissione possa aggravare il problema sono passaggi fondamentali”. E poi, per i cittadini, è importante proteggersi dalle punture evitando ristagni d’acqua, usando zanzariere e repellenti. “I sistemi di preparazione e di controllo del nostro Paese – conclude – sono già rodati ed efficaci, ma non bisogna abbassare la guardia”.