Le famiglie che vivono nella regione meridionale siriana di Sweida sono intrappolate senza possibilità di accesso a cure mediche, acqua pulita e cibo a sufficienza. A causa degli scontri violenti degli ultimi giorni, infatti, gli ospedali sono chiusi, le strade interrotte così come i sistemi di approvvigionamento idrico. Lo dichiara Save the Children, che chiede un accesso immediato e sicuro per gli aiuti.
Secondo le Nazioni unite, negli ultimi 10 giorni gli intensi combattimenti hanno spinto più di 93mila persone ad abbandonare le proprie case, svuotando intere comunità e causando la morte di civili, i cui corpi sono rimasti abbandonati in strada, compresi quelli di alcuni bambini. Centinaia di persone sono state uccise, tra cui donne, bambini e personale medico. Il personale di Save the Children ha predisposto scorte di cibo, acqua, forniture mediche e articoli di soccorso essenziali, tra cui materiali per ripari d’emergenza e kit per l’igiene, pronti a essere distribuiti non appena sarà garantito un accesso sicuro.
“La situazione è estremamente difficile – ha dichiarato un operatore di Save the Children di Sweida -. Le notizie e le voci che sentiamo sono terribili e tutti hanno paura. Io e la mia famiglia abbiamo lasciato la nostra casa martedì scorso e siamo fuggiti il più lontano possibile, in un villaggio vicino al confine giordano, dove ora siamo ospitati da parenti, insieme ad altre 10 famiglie, tutti nella stessa casa. Circa 20 villaggi che conosco sono ora quasi vuoti. Anche i luoghi che non sono stati attaccati sono stati abbandonati perché la gente temeva per la propria vita. Muoversi non è un’opzione. La gente non ha carburante e fa la fila per ricaricare i telefoni dai pochi pannelli solari disponibili. Ieri le équipe mediche dell’ospedale di Sweida hanno lanciato un Sos le scorte si stanno esaurendo, i corpi giacciono insepolti e le malattie si stanno diffondendo. Tutti hanno paura di ciò che potrebbe accadere. Il mio villaggio non ha ricevuto nessun aiuto”.
“Dopo 14 anni senza pietà, i ragazzi e le ragazze della Siria dovrebbero inseguire sogni, non schivare proiettili – ha dichiarato Bujar Hoxha, direttore nazionale di Save the Children Siria -. Eppure oggi li vediamo sprofondare ancora di più nel terrore, nel trauma e nella paura che il domani possa non arrivare mai”.
Save the Children chiede a tutte le parti di rispettare l’attuale cessate il fuoco, proteggere i bambini e permettere alle squadre di emergenza e ai convogli di aiuti di entrare nella provincia più meridionale della Siria. I corridoi umanitari devono essere aperti e mantenuti sicuri giorno e notte, in modo che le evacuazioni per emergenze mediche e le famiglie in movimento possano passare senza paura. Le organizzazioni regionali e internazionali devono raddoppiare gli sforzi diplomatici, aumentare i finanziamenti e sostenere i primi soccorritori per raggiungere le comunità intrappolate, recuperare i corpi in modo dignitoso e prevenire le malattie.