“Camminerai scalzo perché il prete rispetta una terra che, sull’esempio del Maestro, si ostina a credere e considerare santa”. Il presbitero deve accogliere la fragilità, offrire consolazione, stare accanto ai poveri e agli ultimi, consapevole di essere egli stesso “un paralitico guarito”. Lo ha detto ieri sera l’arcivescovo di Catanzaro-Squillace, mons. Claudio Maniago, nella Basilica dell’Immacolata, nell’omelia della celebrazione per l’ordinazione sacerdotale di don Pierpaolo Antonio Madia, alla vigilia della festa di San Vitaliano, patrono della diocesi. Il presule ha sottolineato come il sacerdote sia segno vivente della vicinanza di Dio, colui attraverso cui Cristo, Buon Pastore, continua a operare nel mondo. Ricollegandosi poi alla figura di San Vitaliano, il presule ha esortato il nuovo sacerdote ad essere “sale della terra e luce del mondo”, pastore che “non si rifugia nelle sicurezze, ma si fa riferimento per chi è smarrito, camminando nella notte con il cuore pieno di speranza”. “Da questa sera – ha concluso – inizia il tuo cammino come presbitero tra gioie e stanchezze, ma sempre nella speranza e seminando speranza”. E ha invitato tutti i fedeli a sostenere con la preghiera don Pierpaolo, perché possa essere “testimone della speranza che nasce dalla fede, e a pregare perché le comunità diventino terreno fertile per nuove vocazioni”.