Salute Mentale: Caritas Roma, un documento programmatico presentato alla Regione Lazio

La salute mentale è un “diritto fondamentale ancora inattuato e che a Roma e nel Lazio le persone cin disturbi psichici affrontano gravi difficoltà”. Lo denuncia oggi la Caritas diocesana di Roma in un documento programmatico che segnala le criticità del sistema sanitario regionale e propone spunti operativi. Il documento è stato presentato all’assessore regionale Massimiliano Maselli e costituisce la base di avvio del confronto con la regione. Nel testo viene  evidenziato che il problema a Roma è in “costante aumento”, coinvolgendo sempre più persone, inclusi i giovani, specialmente dopo la pandemia da Covid-19. Si stima che le famiglie coinvolte a Roma siano 45.000 e nel Lazio 70.000. Nel testo – redatto da un’equipe di lavoro coordinata dal direttore della Caritas romana Giustino Trincia e che vede operatori esperti nell’ambito della sanità e dell’assistenza alle persone senza dimora – si evidenziano le criticità e si avanzano delle proposte per le alternative alla contenzione; il miglioramento dell’accesso alle cure; il monitoraggio civico dei servizi; la sensibilizzazione e la formazione. Tra i problemi viene anzitutto riscontrata “l’insufficienza di risorse, con carenze di personale e con strutture inadeguate”. Vengono segnalate “le difficoltà di accesso alle cure a causa di tempi di attesa lunghi e disuguaglianze territoriali”. Un punto critico – evidenzia il documento – sollevato è “l’uso della contenzione meccanica nei Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (SPDC) e in altre strutture, definita una pratica disumana”. Inoltre si sottolinea “lo stigma e l’isolamento delle persone con disturbi psichici e l’inadeguatezza di alcune strutture residenziali che rischiano di diventare luoghi di segregazione. Manca, inoltre, uno spazio dedicato all’ascolto per le persone affette da disturbi mentali e i loro familiari”. La Caritas romana sottolinea l’importanza dell’ascolto e dell’accompagnamento delle persone e delle famiglie; il diritto a cure accessibili e tempestive per tutti; la centralità della persona con rispetto della dignità, autodeterminazione e inclusione sociale; il rifiuto della contenzione, promuovendo alternative umane e terapeutiche. Inoltre propone diverse azioni operative, tra cui “l’implementazione di unità di crisi senza coercizione, la formazione del personale su tecniche di de-escalation e la creazione di ambienti ospedalieri accoglienti”. Si propone – scrive la Caritas – di potenziare i Centri di Salute Mentale (CSM), ridurre i tempi di attesa e integrare servizi sociali e sanitari per percorsi personalizzati. Altri punti riguardano il monitoraggio civico dei servizi per garantire che siano “orientati alla riabilitazione e non alla segregazione, assicurando il rispetto dei diritti degli utenti. La sensibilizzazione e la formazione sono considerate fondamentali per contrastare lo stigma”. Da qui la sollecitazione dell’adozione di un approccio alla salute mentale nel Piano Sociale Regionale 2025-2027, che integri gli aspetti sociali a quelli sanitari, sottolineando la necessità di “distinguere la salute mentale dalla disabilità psichica e di garantire il rispetto delle normative vigenti”. Infine, viene ribadito l’impegno della Caritas nell’attività di informazione e di sensibilizzazione delle comunità ecclesiali e di promozione dei diritti delle persone con disturbi mentali, coinvolgendo la comunità cristiana e utilizzando strumenti come il monitoraggio delle condizioni dei servizi di salute mentale, il dialogo con le istituzioni, la denuncia delle violazioni e la collaborazione con altre organizzazioni.

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