Diocesi: Lamezia, concluso progetto educativo del movimento “Vivere In”

“Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo ancora imparato la semplice arte di vivere insieme come fratelli!”. Questa riflessione di Martin Luther King, insieme ad altre, hanno accompagnato la strutturazione del Progetto Educativo che quest’anno “Vivere In”, in collaborazione con la Pastorale per l’educazione, la scuola e l’università della diocesi di Lamezia Terme, ha proposto alle istituzioni scolastiche della diocesi dal titolo: “Custodi dell’umana bellezza”. Il progetto  ha racchiuso quattro ambiti di riflessione con i relativi percorsi didattici: giustizia e pace, fratellanza e solidarietà. Contenuti che hanno permesso -spiega la sezione di “Vivere In di Lamezia Terme, di “aprire uno squarcio sulle realtà di oggi, sulle tante ferite con le quali i giovani sono costretti a fare i conti, soprattutto negli ambienti scolastici0. Contesti difficili, vissuti, molto spesso, nella piena indifferenza degli adulti, se non peggio attraverso una ingiustificabile superficialità. Nella scuola, la multirazzialità e i grandi cambiamenti sociali – si legge in una nota –  sono i contesti nei quali si fa esperienza di relazioni dialogiche distorte se non addirittura nulle, dove si annida molto spesso la violenza e la sopraffazione. È proprio la presenza di stereotipi, pregiudizi e fenomeni di discriminazione, che, proliferando nella scuola in maniera indiscriminata, impedisce di fatto la valorizzazione piena delle diversità esistenti, impattando in modo negativo nella formazione dei giovani, nella costruzione di comunità inclusive e depotenziando, di conseguenza, il senso di appartenenza a una comunità globale qual è quella di oggi”. Questo è stato il motivo che ha portato le scuole lametine partecipanti, a trattare il tema della “discriminazione”, attraverso il percorso didattico: “diversa…..mente – educare a non discriminare”. Un percorso che ha visto i docenti e i rappresentanti dell’associazione, “operare, attraverso una strategia educativa e formativa utilizzata e proposta dalla comunità europea, per contrastare il diffondersi delle stereotipie dei pregiudizi proprio a partire dai rumours, ovvero da quell’insieme di chiacchiericcio, falsi miti e dicerie che stanno alla base della piramide d’odio ma che possono essere molto pericolosi se utilizzati continuamente. Se ciò accade, gli effetti prodotti sono gravi, in quanto si tende a sdoganare e normalizzare tendenze che invece sono deleterie, perché vanno a minare le basi di una pacifica convivenza”. Un percorso interdisciplinare, fatto di incontri  dove “la creatività ha portato ogni classe partecipante a produrre un elaborato, attraverso il quale, l’esperienza fatta, ha preso forma, parole, colori e suoni”. La manifestazione conclusiva svoltasi presso il Salone Giovanni Paolo II a Lamezia Terme ha visto questi ragazzi/e essere protagonisti e presentare in modo accurato, attraverso interventi articolati e precisi, le proprie proposte di riflessione e di intervento.

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