Immigrati: Fondazione Ismu, sono il 10% della forza lavoro

Negli ultimi decenni ci sono state delle evoluzioni chiave nell’immigrazione in Italia, secondo il 30esimo rapporto realizzato dalla Fondazione Ismu (Iniziative e studi sulla multietnicità) presentato oggi in un webinar. In particolare, il capitolo sull’occupazione esamina i dati in termini di numero di lavoratori non italiani, che nel 2023 rappresentavano 2,3 milioni di persone, pari a circa il 10% del numero totale di lavoratori nel Paese. “I migranti sono prevalentemente presenti in alcuni settori chiave, primo fra tutti i servizi alla persona e alla comunità, il settore agricolo, l’ospitalità, il turismo, e il settore edile”, ha affermato Luca Merotta, ricercatore della Fondazione Ismu. “Tendono – continua – anche ad essere particolarmente sovra rappresentati nei lavori non qualificati, con una percentuale che è tre volte superiore a quella equivalente tra i lavoratori italiani. Allo stesso modo, tendono anche ad essere sotto rappresentati tra i lavoratori altamente qualificati. La percentuale qui è di poco superiore al 70%, rispetto al 40% tra gli italiani”. Una possibile spiegazione del fenomeno, offerta dagli autori nel Rapporto, viene riportata dal ricercatore: “C’è ancora – ha osservato – una problematica rilevanza dell’origine etnica e nazionale delle persone nel modo in cui vengono allocate le opportunità di lavoro. Questo influisce non solo sul lato della domanda, ma anche su quello dell’offerta e sulle comunità migranti di per sé. È anche un problema di qualificazione, dal momento che i laureati sono solo il 12% tra i migranti”.

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