“Oggi come ieri gli uomini e le donne della presente generazione hanno un grande bisogno di incontrare il Signore e il suo liberante messaggio di salvezza”. Lo ha detto il card. Àngel Fernandez Àrtime, nell’omelia della messa in suffragio di Papa Francesco, presieduta nella basilica di San Pietro nell’ottavo giorno dei Novendiali, a cui sono invitati in particolare i rappresentanti della vita consacrata. Prendendo a prestito le parole di San Giovanni Paolo II, in occasione della Giornata della vita consacrata del 2 febbraio 2000, il cardinale ha sottolineato la “presenza profetica della vita consacrata per l’intero popolo cristiano”, e la “generosa dedizione evangelica offerta da innumerevoli confratelli e consorelle che spesso operano in condizioni disagiate, a servizio dei poveri, degli emarginati e degli ultimi”. Una missione, quella dei religiosi e delle religiose, per Artime “particolarmente importante quando, come oggi molte parti mondo, si sperimenta l’assenza Dio o si dimentica troppo facilmente sua centralità”. “Siamo chiamati, in ragione del nostro battesimo e per la nostra professione religiosa, a testimoniare che solo Dio dà pienezza all’esistenza umana – ha concluso il cardinale – e che di conseguenza la nostra vita deve essere un segno eloquente della presenza del Regno Dio per il mondo di oggi. Siamo chiamati ad essere nel mondo un segno credibile e luminoso del Vangelo e dei suoi paradossi, senza conformarci alla mentalità di questo secolo, ma trasformandoci e rinnovando continuamente il nostro impegno”.