Ordinariato militare: Mons. Marcianò, lettera ai cappellani per i 100 anni di istituzione. “Ambiente militare è sfida per noi e per la Chiesa italiana”

(Foto Ordinariato militare)

Ricorrono oggi i 100 anni dall’istituzione canonica del moderno Ordinariato Militare italiano (Omi) e per l’occasione l’arcivescovo castrense, mons. Santo Marcianò, ha inviato una lettera a tutti i cappellani militari. Data che ha “un valore unico” sottolinea il presule, “un tempo particolare in cui ripensare al cammino percorso e rendere grazie al Signore per quanto ha permesso si potesse realizzare in questi 100 anni”. Il servizio dei cappellani, interrotto nel 1878 a seguito delle note vicende dello Stato unitario, venne ripristinato nel 1915 durante il primo conflitto mondiale, al termine del quale tutta la realtà militare italiana chiedeva con insistenza la prosecuzione del servizio dei cappellani. Fu questa insistenza, ricorda mons. Marcianò, a spingere il Governo italiano e la Santa Sede ad avviare le trattative per definire il carattere del nuovo Servizio Assistenza Spirituale alle Forze armate in tempo di pace. L’Ordinariato militare per l’Italia venne, dunque, eretto il 6 marzo 1925 con Decreto della Sacra Congregazione Concistoriale (l’attuale Dicastero per i Vescovi) e approvato dalla legge italiana n. 417 dell’11 marzo 1926 che istituiva un contingente permanente di cappellani in tempo di pace. “Ieri come oggi – si legge nella lettera – l’ambiente militare è una sfida per noi e per tutta la Chiesa italiana. È una sfida nel senso più bello del termine; è il luogo teologico nel quale il Signore ci pone, richiedendo, tra l’altro, di sviluppare una disposizione alla pastorale culturale, sociale, istituzionale, alla quale dobbiamo essere sempre meglio preparati. Tale preparazione, oggi come 100 anni fa, ci richiede, in particolare, di essere esperti in umanità, capaci di dare senso, incarnando Cristo e testimoniandolo attraverso il nostro saper ‘offrire’ la vita”. Nella lettera mons. Marcianò annuncia un anno di eventi, dal 6 marzo 2025 all’11 marzo 2026, che “ci permetteranno di guardare indietro per sapere correre con maggiore slancio in avanti, verso una pastorale rinnovata che ci permetta di essere ancora meglio testimoni di Cristo in un mondo, quale è quello militare, che ancora oggi richiede con insistenza la nostra presenza e il nostro sostegno”.

 

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