Attraverso gli ascolti delle persone in difficoltà, si è “potuto accertare la gravità della situazione nel territorio della Locride: l’usura aggredisce non solo le attività imprenditoriali, ma anche le singole persone e di conseguenza le famiglie, che vengono poi distrutte materialmente e moralmente con minacce e vessazioni di ogni genere. C’è gente che si indebita per i motivi più impensati. Naturalmente, alla Fondazione ci si deve rivolgere prima e non dopo essersi rivolti agli usurai”. È quanto si legge in una nota della diocesi di Locri-Gerace che da conto dell’assemblea della Fondazione antiusura diocesana “Santi Medici Cosma e Damiano” presieduta dal vescovo mons. Francesco Oliva. Tra i tanti argomenti affrontati, ampio spazio è stato dedicato alle Linee di indirizzo e programmazione per il 2025 ed è stata fatta una disamina sul lavoro svolto sin dalla sua costituzione, avvenuta nel 1998, per combattere il “grave fenomeno dell’usura e la sua silenziosa diffusione”. La Fondazione, unica in tutta la provincia di Reggio Calabria, ha operato in questi 27 anni “accogliendo” ed “assistendo” tante persone, grazie ai fondi messi a disposizione dalla diocesi e, a partire dal 2002, utilizzando anche le somme erogate dal Ministero in base alla legge 7/3/1996, n. 108 che ha avuto “il merito di aprire uno spazio innovativo nella materia”. Centinaia gli interventi in 27 anni di attività “fornendo garanzie presso Istituti di credito convenzionati per oltre 2 milioni di euro complessivi per sostenere persone impossibilitate ad accedere al credito bancario ed a rischio di usura”. Con questa assemblea mons. Oliva ha voluto rilanciare l’attività della Fondazione anche alla luce – spiega la diocesi – delle “nuove emergenze sociali e dell’affermarsi di nuove dipendenze come la sempre più massiccia diffusione del gioco d’azzardo, sul territorio diocesano e sulle piattaforme informatiche”.