“Le ceneri ci ricordano la speranza a cui siamo chiamati perché Gesù, il Figlio di Dio, si è impastato con la polvere della terra, sollevandola fino al cielo”. E’ quanto si legge nel testo dell’omelia preparata dal Papa per la messa delle Ceneri, letto dal card. De Donatis mentre il Santo Padre trascorre il suo ventesimo giorno di degenza al Policlinico Gemelli per una polmonite bilaterale. “Senza questa speranza siamo destinati a subire passivamente la fragilità della nostra condizione umana e, specialmente dinanzi all’esperienza della morte, sprofondiamo nella tristezza e nella desolazione”, scrive Francesco, che cita Benedetto XVI: “l’uomo è polvere e in polvere ritornerà, ma è polvere preziosa agli occhi di Dio, perché Dio ha creato l’uomo destinandolo all’immortalità”. “Orientiamo verso di lui la nostra vita, diventando segno di speranza per il mondo”, l’invito finale: ”impariamo dall’elemosina a uscire da noi stessi per condividere i bisogni gli uni degli altri e nutrire la speranza di un mondo più giusto; impariamo dalla preghiera a scoprirci bisognosi di Dio o, come diceva Jacques Maritain ‘mendicanti del cielo’, per nutrire la speranza che dentro le nostre fragilità e alla fine del nostro pellegrinaggio terreno ci aspetta un Padre con le braccia aperte; impariamo dal digiuno che non viviamo soltanto per soddisfare i nostri bisogni, ma che abbiamo fame di amore e di verità, e solo l’amore di Dio e tra di noi riesce davvero a saziarci e a farci sperare in un futuro migliore”.