“Ecco giunto il tempo per immergerci nel clima favorevole che ci prepara alla Pasqua, la grande vittoria di Dio su tutto ciò che si oppone a Lui, che nel suo Figlio Gesù ha sconfitto ogni male, ha superato e vinto l’ultimo nemico, la morte, ha riconciliato a sé il mondo intero. Non accogliamo invano la grazia di Dio che ancora una volta ci è abbondantemente offerta”. Si è aperta con questa esortazione l’omelia pronunciata questa mattina dal vescovo di Como, il card. Oscar Cantoni, in occasione del Mercoledì delle Ceneri; proprio oggi il presule festeggia vent’anni di consacrazione episcopale avvenuta nella cattedrale di Como. “Si tratta per noi – ha spiegato il porporato – di aderire più decisamente al piano di salvezza di Dio, che ci propone, con il suo aiuto, di affrontare il male e vincerlo con il bene, che ci invita a trasfigurare ogni sofferenza, che suscita in noi il desiderio di riconciliazione, che ci dispone a superare ogni inimicizia con chi ci è ostile, che innesta una dinamica nuova di vicinanza e di solidarietà nei confronti dei nostri fratelli e delle nostre sorelle, anche nei confronti di quanti facciamo fatica ad amare, ad accettare, a servire”. “Per noi che conosciamo e apprezziamo già la logica pasquale di Dio, il tempo di Quaresima diventa un allenamento prezioso per testimoniare con precise scelte di vita la bontà di questo stile divino e di appropriarcelo con maggiore convinzione e determinazione”, ha proseguito il card. Cantoni, sottolineando che “la conversione, allora, per noi non consiste più solo in un passaggio dalla incredulità alla fede, ma anche e soprattutto si traduce nella decisione di condividere a fondo e con maggior vigore questi orientamenti divini, espressivi della Pasqua del Signore, quale ulteriore sviluppo della grazia battesimale che continuamente è attiva in noi e ci rigenera come uomini nuovi”. Dal porporato poi l’invito a non “ignorare il messaggio che Papa Francesco ci ha inviato per vivere a fondo questo tempo di Quaresima”. “È l’invito – ha commentato – non solo ad una generica ‘conversione’, ma (molto più faticoso!) a camminare insieme evitando di mettere al centro noi stessi e le nostre personali vedute, che ci rendono bloccati nelle nostre sicurezze, escludendo gli altri”. “Siamo invitati a procedere fianco a fianco con quanti collaborano con noi, tuttavia – ha precisato – senza coltivare invidie e gelosie, superando ogni forma di pregiudizio e di precomprensione, evitando che qualcuno rimanga indietro o si senta escluso: sono queste le attenzioni che vi segnalo perché ineludibili per chi lavora insieme, eppure tanto frequenti, anche fra noi”. “Fratelli e sorelle, lasciamoci amare dal Signore”, ha concluso il cardinale: “Egli vuole avvolgerci tutti del suo amore e dal suo perdono! Usufruiamo di quei “compagni di viaggio” che ci permettono di camminare nella vita secondo lo Spirito: cioè, la preghiera, l’elemosina, il digiuno, caratteristici di questo tempo penitenziale. Il frutto della Pasqua sarà una rinnovata e gioiosa vita battesimale, che porterà frutti per il bene del mondo”.