“La sanità è una questione nevralgica per il paese” ma “il sistema sanitario italiano è a un bivio”. Lo ha detto questa mattina Elena Beccalli, rettore dell’Università Cattolica, nel discorso che ha inaugurato la cerimonia di apertura dell’Anno accademico 2024-25 dell’Ateneo, campus di Roma. Presenti in sala, fra gli altri, i cardinali Giovan Battista Re e Lorenzo Baldisseri e Baldo Reina, il ministro della Salute, Orazio Schillaci, e il ministro dell’Interno Piantedosi, il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca. “Una sanità accessibile è una forma di ‘diritto di cittadinanza’ riconosciuto dalla nostra Carta Costituzionale”, ha spiegato Beccalli. Un principio che “trova attuazione nel Servizio sanitario nazionale istituito nel 1978 proprio da una nostra laureata, Tina Anselmi, prima donna a ricoprire l’incarico di ministro della Salute della Repubblica italiana”. Servizio, ha ricordato, “definito dallo stesso presidente Sergio Matterella ‘presidio insostituibile di unità del paese’ e pertanto ‘un patrimonio prezioso da difendere e adeguare’. Un diritto che dobbiamo salvaguardare con ancora maggiore tenacia di fronte alle forti disuguaglianze, alle laceranti polarizzazioni e alle crescenti povertà che sempre più riscontriamo nei nostri territori”. Per Beccalli, “Il sistema sanitario italiano è a un bivio. Senza i giusti interventi, non certo semplici da individuare data la complessità delle questioni sanitarie, il rischio che ne consegue è un aumento delle già profonde divaricazioni presenti nella nostra società”. Per questo, “una riforma sistemica rappresenta l’unica via per garantire un’assistenza equa ed efficiente, preservando la sostenibilità del Ssn”. “Preso atto di questo quadro difficile e articolato, l’Università Cattolica e il Policlinico – ha assicurato il rettore – si rendono disponibili per contribuire a un tavolo tecnico di analisi, plurale e a più voci, che consenta di formulare proposte concrete su possibili linee di riforma dell’attuale sistema”. Il Gemelli può inoltre “accentuare il suo sforzo di sperimentazione di nuove terapie e di nuove forme di organizzazione dei servizi sanitari. L’integrazione tra strutture cliniche e ricerca va sfruttata per cercare soluzioni volte a offrire servizi più efficaci a costi sostenibili. Sarà cruciale avere sempre più una visione olistica dei problemi di ciascun paziente. La frammentazione delle cure è costosa, oltre che nociva per il successo delle stesse”.