Safer Internet Day: Terre des Hommes e Scomodo, “perdita di autostima, sicurezza e fiducia negli altri è la principale conseguenza dell’essere vittima di violenza”

“Le forme di violenza verbale più frequenti sono: insulti e offese (95%), pettegolezzi e dicerie (63%), offese ad amici e parenti (41%), minacce (39%). Quelle di violenza psicologica: umiliazione ed emarginazione (78%), discriminazione (52%), messaggi in chat o sui social (33,5%)”. È quanto emerge dall’indagine dell’Osservatorio indifesa realizzato da Terre des Hommes, insieme alla community di Scomodo, che ha coinvolto oltre 2.700 ragazzi e ragazze sotto i 26 anni ed è stato lanciato in occasione del Safer Internet Day.
“Meno frequenti sono gli episodi di violenza fisica, ai quali comunque dichiara di aver assistito un importante 48% dei ragazzi – rivela l’indagine -. Percentuale che aumenta tra le persone non binarie e i maschi (64%, maschi 57%, femmine 43%) e con il crescere dell’età. Le forme più diffuse risultano essere le aggressioni (75%), gli scherzi pesanti (51%) e abusi e sopraffazioni (26,5%)”.
Rispetto a tutto questo, “la perdita di autostima, sicurezza e fiducia negli altri è la principale conseguenza dell’essere vittima di violenza, è stata, infatti, dichiarata dal 63% degli intervistati. Seguono: ansia sociale e attacchi di panico (36%), isolamento (25,5%), depressione (21%), disturbi alimentari (16%), difficoltà di concentrazione e basso rendimento scolastico (12%), autole-sionismo (10%), assenteismo (6%)”. Anche in questo caso ci sono delle differenze di genere, con l’isolamento che, nei maschi, è più frequente rispetto all’ansia sociale e agli attacchi di panico, più comuni tra le donne. I ragazzi non binari hanno percentuali più alte della media in quasi tutte le voci.
Alla domanda: “Se fossi vittima di bullismo e cyberbullismo con chi ne parleresti” è confortante notare che la maggioranza tra loro si confiderebbe con qualcuno. Solo il 7,5% degli adolescenti non ne parlerebbe con nessuno, mentre il 45% ne parlerebbe con amici, il 31% con i genitori, e solo il 2,23% si rivolgerebbe a un insegnante.

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