Nell’anno del Giubileo della speranza prende il via “Fili di speranza”, un progetto di solidarietà e imprenditorialità femminile che si articola in un laboratorio di sartoria, promosso dall’associazione Terra e Missione in collaborazione con le Caritas diocesane di Porto-Santa Rufina e di Civitavecchia-Tarquinia per “ricucire” la propria vita attraverso un percorso professionale e uno spazio di ascolto e condivisione.
L’idea del segno giubilare di speranza portato avanti nelle due diocesi nasce tre anni fa nella parrocchia Santa Maria del Rosario di Ladispoli (Roma), grazie a Terra e Missione Aps e alla confraternita Santa Maria del Rosario con la collaborazione di Caritas Porto-Santa Rufina e dell’ente di formazione Ciofs Fp Lazio Ets.
La prima edizione era dedicata a donne disoccupate o migranti, la seconda si è aperta anche alla missione in Camerun, grazie al gemellaggio con la Fondazione Thouret delle Suore della Carità di santa Giovanna Antida che operano a Ngaoundal, nel Nord del Paese. Per l’edizione 2025 il corso propone una formazione di cucito avanzato, pensato per consolidare le competenze e avvicinare le allieve a confezionare capi e accessori personalizzati, oltre a proporre un nuovo laboratorio dedicato al lavoro a maglia.
A settembre ci sarà la sfilata di fine corso con gli abiti realizzati dalle allieve dei due corsi gemellati a Ladispoli e a Ngaoundal, in Camerun: le allieve italiane realizzano una parte del lavoro e le allieve africane lo completano. I capi realizzati sono pezzi unici e attenti all’ambiente. Il ricavato delle attività è destinato a coprire i costi degli eventi e a finanziare il corso di cucito di Ladispoli e del Camerun.
“In questo anno giubilare – spiega mons. Gianrico Ruzza, vescovo di Porto-Santa Rufina e di Civitavecchia-Tarquinia – vogliamo valorizzare la sartoria solidale ideata da Terra e Missione e sostenuta dalle nostre diocesi per continuare a promuovere la dignità delle donne più in difficoltà. Auguro alle donne che saranno protagoniste di Fili di speranza di trovare autonomia, libertà e serenità intrecciando relazioni di amicizia per un sostegno reciproco”.
“L’obiettivo del percorso – dice Anna Moccia, presidente di Terra e Missione – è certamente dare una possibilità di formazione professionale alle donne più in difficoltà ma soprattutto, far loro sperimentare la gratuità, l’assenza di giudizio e l’accoglienza, cosicché possano allargare lo sguardo all’altro a prescindere dal corso e dall’abito e davvero fare esperienza di fraternità. Con l’apertura dell’edizione in Camerun e la collaborazione tra i due corsi Fili di speranza, poi si potrà davvero fare esperienza della missione che è quello che vogliamo promuovere con l’associazione. Siamo davvero felici che poi nascano anche frutti spirituali da questo stare insieme donando le proprie competenze”.
“Sono molto contenta di questo gemellaggio con il progetto ‘Fili di speranza’ – afferma suor Maria Luisa Caruso, presidente della Fondazione Thouret – perché nasce dal desiderio di dare dignità e di promuovere tante giovani che altrimenti non avrebbero possibilità di studiare. Grazie a questa collaborazione, al termine del corso di cucito diverse ragazze hanno potuto ricevere in dono una macchina da cucire per avviare il loro lavoro. Questo ha un significato importantissimo per loro perché vuol dire non dipendere necessariamente dalla famiglia o dal marito, vuol dire avere una dignità e autonomia anche nelle scelte e nelle decisioni per la loro vita. Vuol dire dare a loro la speranza di futuro nel quale loro possano essere le protagoniste”.