Negli ultimi anni il lavoro dei cappellani ospedalieri è cambiato: oltre ai malati, oggi i cappellani ospedalieri supportano anche i parenti e i dipendenti dell’ospedale, “dal personale delle pulizie al personale infermieristico fino al primario o al direttore sanitario”, ha spiegato Maximilian Tödtling, responsabile del dipartimento dei cappellani ospedalieri della diocesi di Graz-Seckau (Austria), in un’intervista al settimanale della diocesi di Graz-Seckau in edicola oggi. L’attenzione è sempre rivolta alla persona e alla cura spirituale, ha detto Tödtling nell’introdurre il suo ambito di lavoro in vista della “Giornata mondiale del malato” del prossimo 11 febbraio. “Andiamo dove altri non vanno. Andiamo con altri dove altri non possono andare. E ripartiamo di nuovo, fiduciosi che Dio resterà con i malati”. Negli ospedali della Stiria lavorano circa 50 dipendenti a tempo pieno e 60 volontari come operatori socio-sanitari. Accompagnano i pazienti per un periodo di tempo breve o lungo, a seconda del reparto, della malattia e dei desideri. La religione del malato non ha alcun ruolo, ha sottolineato Tödtling: “Non chiediamo prima ‘Sei cattolico?’, ma andiamo incontro alla persona nel suo disagio, con le sue domande, le sue speranze e le sue gioie”. I pastori cattolici si sentono responsabili di tutti. Allo stesso tempo, su richiesta, saranno disponibili anche referenti di altre confessioni e religioni. Tödtling vede il compito principale della cappellania ospedaliera nella cura pastorale spirituale, che chiama “assistenza spirituale”, seguendo le idee dell’infermiera inglese Cicely Saunders, che indica quattro tipi di dolore a cui approcciarsi: fisico, mentale, sociale (come la separazione dalla famiglia) e spirituale. Secondo Tödtling, il dolore spirituale contiene domande come “Perché devo soffrire?” o “Dio mi ha dimenticato?”. “Soprattutto quando muoiono neonati o bambini, non si hanno risposte”, ha ammesso l’esperto, che ribadisce, però, come “si è lì per i pazienti, per sopportare insieme le domande e il dolore”. I cappellani cattolici amministrano anche sacramenti come l’unzione degli infermi o la comunione ai malati e la benedizione funebre.