La violenza delle bande ad Haiti continua ad avere un impatto devastante sulla popolazione, secondo un nuovo rapporto dell’ufficio delle Nazioni Unite nel Paese (Binuh) sulle violazioni dei diritti umani, registrate nell’ultimo trimestre del 2024.
Pubblicato ieri, il nuovo rapporto, come si legge nel sito dell’Onu, evidenzia che almeno 5.626 persone sono state uccise e più di 2.213 ferite nell’ultimo anno, a causa delle bande armate che controllano gran parte della capitale e del Paese in generale. Il portavoce delle Nazioni Unite Stéphane Dujarric ha presentato i risultati del rapporto nel briefing stampa di ieri, a New York, indicando un grave deterioramento del panorama della sicurezza di Haiti. Secondo il Binuh, l’ultimo trimestre del 2024 ha visto un allarmante aumento degli attacchi mortali da parte di bande. Almeno 1.732 persone sono state uccise e 411 ferite a causa della violenza di gruppi armati, unità di autodifesa e operazioni delle forze dell’ordine. Il rapporto evidenzia tre massacri su larga scala che hanno provocato oltre 300 morti, con l’attacco più grave avvenuto nel quartiere Wharf Jérémie di Port-au-Prince. Tra il 6 e l’11 dicembre, almeno 207 persone sono state massacrate da una banda guidata da Monel Felix, noto come “Micanor”, che, come è già noto, aveva accusato le vittime, per lo più anziane, di praticare il voodoo e di essere responsabili della morte di suo figlio. Durante i cinque giorni di attacco non è stato segnalato alcun intervento delle forze dell’ordine.
Atrocità simili si sono verificate a Pont Sondé e Petite Rivière de l’Artibonite, dove le offensive coordinate delle bande hanno causato almeno 170 morti all’inizio di dicembre. Gli omicidi hanno scatenato le rappresaglie dei gruppi di autodifesa, intensificando ulteriormente la violenza.
Anche le forze di sicurezza di Haiti sono state coinvolte in gravi violazioni dei diritti umani. Il rapporto documenta più di 250 esecuzioni effettuate dalla polizia nel 2024, con due minori tra le vittime. Anche il pubblico ministero di Miragoâne è stato citato per sei esecuzioni extragiudiziali, portando il totale delle uccisioni da parte dei pubblici ministeri a 42, nel 2024. Nonostante gli appelli alla responsabilità, le indagini sugli abusi della polizia rimangono in gran parte bloccate.
Il rapporto ha anche registrato un’impennata del 150% dei rapimenti, con le bande che prendono sempre più di mira i bambini. Il rapporto ha lanciato l’allarme sulla violenza sessuale diffusa, con almeno 94 casi di stupro e sfruttamento sessuale documentati solo nell’ultimo trimestre. Le donne e le ragazze rimangono particolarmente vulnerabili nelle aree controllate dalle bande, dove sono soggette ad abusi sistematici. Inoltre, il traffico di bambini e il reclutamento forzato da parte dei gruppi armati continuano ad aumentare. L’Unicef ha segnalato un aumento del 70% dei bambini soldato, con ragazzi di soli 12 anni utilizzati per rapimenti, scontri armati ed estorsioni.