“C’è davvero tanto cuore, ci dà cuore sant’Agata, troviamo cuore. E troviamo anche quello che ci unisce; l’amore si trasmette, si comunica. È davvero un ringraziamento che tutti noi facciamo a sant’Agata e al Signore per il Suo amore che sant’Agata ci riverbera, ne abbiamo un grande bisogno”. Lo ha affermato questa mattina il card. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, all’inizio della concelebrazione eucaristica che ha presieduto nella cattedrale di Catania per la solennità di sant’Agata, patrona della città. Ad accoglierlo e a dargli il benvenuto l’arcivescovo Luigi Renna: “Lei – ha sottolineato il presule – raccoglie nel nome del Signore Gesù, noi vescovi delle Chiese di Sicilia, le autorità della Regione siciliana, della città, numerosi siciliani che sono al servizio del bene comune nel nostro Paese e nella nostra Europa”. “Attorno all’altare, nel nome di Cristo, raduna soprattutto – ha proseguito Renna – un popolo che sente vicino a sé la martire catanese, più come sorella forse che come patrona. E lei che ci insegna e ha insegnato da sempre a questa città a rialzarsi, a sperare. Anzi, come direbbe don Tonino Bello, ad organizzare la speranza”. L’arcivescovo ha anche ringraziato Zuppi per il suo impegno per la pace. “Oggi la saluta Catania come colui che è pastore che ha a cuore i poveri e il cammino sinodale delle nostre Chiese che sono in Italia; con il suo impegno e con la sua amabilità Lei tiene insieme questo cammino e questo cammino delle Chiese. E noi – ha assicurato – ci sentiremo confermati in quella comunione ecclesiale che è garanzia di una rinnovata missione della Chiesa e nel nostro servizio alle membra più fragili della società e di quanti raggiungono le nostre coste attraversando il Mediterraneo, cercando la speranza. Questa è una terra di approdi, questa è una terra che ci fa guardare per forza alla speranza”. Per mons. Renna, “venerare una martire è sempre un atto di fede e di devozione che chiede un impegno, perché i martiri sono persone che hanno messo in gioco la loro vita”. Sottolineando che “la devozione a sant’Agata è una devozione esigente”, l’arcivescovo ha concluso ribadendo che “vogliamo essere costruttori di speranza”. “Sia una festa che nel nome del Signore e di sant’Agata, e nell’anno giubilare, ci aiuti ad essere testimoni di organizzatori di speranza”.