Diocesi: Prato, conclusa la prima fase del percorso per creare una nuova cultura del lavoro. Mons. Nerbini, “c’è desiderio di mettersi in gioco per il bene della città”

“In questi appuntamenti abbiamo voluto creare delle connessioni e il risultato è andato oltre le aspettative, ho potuto constatare tanta passione e il desiderio di mettersi in gioco per il bene della città. E tutto questo è avvenuto in un tempo nel quale domina l’astensionismo e la disaffezione verso l’impegno pubblico”. Così il vescovo di Prato, mons. Giovanni Nerbini, commenta il successo della prima fase del ciclo per creare una nuova cultura del lavoro promosso dall’Ufficio di Pastorale sociale e del lavoro della diocesi. Cinque gli incontri svolti a cadenza settimanale e oltre cinquanta persone a ogni appuntamento per un percorso che ha prodotto analisi, idee e proposte. Ieri sera, nel circolo Mcl di Cafaggio (Po), si è tenuto l’ultimo appuntamento dedicato a “lavoro e giovani”, con la partecipazione del vescovo Nerbin, dei rappresentanti delle associazioni laicali cattoliche e di singoli cittadini, che si sono ritrovati per condividere il proprio pensiero su come aiutare le nuove generazioni a costruirsi un futuro.
Agli incontri – viene sottolineato in una nota – non sono mancati esponenti politici, sia di centrosinistra che di centrodestra. L’iniziativa è nata, all’interno del mondo cattolico, dalla volontà di agire a seguito degli episodi di sfruttamento nei confronti degli operai stranieri nel distretto tessile e del tragico incidente avvenuto allo stabilimento Eni di Calenzano.
Ieri sera – viene spiegato – la discussione è partita dai numeri. Il primo è quello della dispersione scolastica, che a Prato, secondo gli ultimi dati disponibili, si attesta al 25,2%, contro una media del 18,2% nel resto della Toscana; mentre i cosiddetti neet – i giovani fra i 15 e i 29 anni che non studiano e non lavorano – sono l’11% a livello regionale (dato Istat). Tra le proposte emerse c’è quella di sensibilizzare le famiglie, tramite progetti e percorsi, ad esempio a livello parrocchiale, affinché aiutino i loro figli “non semplicemente a uscire di casa, ma a costruirsi un progetto di vita”, perché la precarietà del lavoro “ha reso precarie anche le aspirazioni”. Queste considerazioni, e quelle nate e sviluppate negli altri incontri, saranno condivise in un nuovo appuntamento convocato per martedì 18 febbraio, in un luogo in via di definizione. Negli appuntamenti precedenti il tema del lavoro è stato declinato secondo questi argomenti: immigrazione, cura, pace e ambiente. Per ogni ambito verrà formulata una proposta concreta da offrire all’attenzione della città. “In primavera proporremo le ‘piazze della democrazia’ – annuncia Fulvio Barni, direttore della Pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Prato –: una modalità di confronto sperimentata alla Settimana sociale dei cattolici che si è tenuta a Trieste lo scorso luglio. In centro storico e anche in periferia, come ci ha chiesto mons. Nerbini, discuteremo in piazza, aprendoci a tutti coloro che in quel momento vorranno unirsi al dibattito”.

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