Malattie rare: Fondazione AriSla, al via campagna di comunicazione #ricercaèvalore per ribadire l’impegno su più fronti

È partita oggi la campagna di comunicazione #ricercaèvalore di Fondazione AriSla in vista della Giornata delle malattie rare, che si celebra in tutto il mondo il 28 febbraio per aumentare la consapevolezza sulle malattie rare e sul loro effetto sulla vita delle persone. AriSla lancia questa campagna per raccontare l’impegno dei ricercatori italiani a studiare la Sla, una delle oltre 6mila malattie rare oggi conosciute, sottolineando come la comunità scientifica affronti la sua complessità con studi su più fronti, dalla genetica all’identificazione di nuovi biomarcatori fino allo sviluppo di nuove terapie e innovativi modelli di malattia.
Da oggi fino al 4 marzo la campagna procederà con la pubblicazione quotidiana sui profili social di AriSla (Facebook, X, Instagram, YouTube) dei video realizzati dai coordinatori dei progetti di ricerca finanziati nell’ultimo Bando AriSla, in cui spiegano i campi di maggiore interesse per la comunità scientifica e gli obiettivi dei loro progetti. Al centro di diversi studi l’individuazione di biomarcatori, ovvero indicatori biologici che possono consentire una diagnosi precoce e di monitorare la progressione della malattia. Gianluigi Zanusso, professore di neurologia presso il Dipartimento di Neuroscienze biomedicina e movimento dell’Università degli Studi di Verona, spiega come per la prima volta raccoglieranno “cellule neuronali olfattive utilizzando un tampone nasale in pazienti con Sla, per studiare il ruolo patogenico della proteina Tdp-43, fondamentale in diverse funzioni cellulari, e sviluppare un test affidabile per diagnosticare e monitorare la progressione della Sla”.
Anche la genetica si conferma uno degli ambiti di maggiore interesse. Arianna Manini, ricercatrice dell’Irccs Istituto Auxologico italiano di Milano, spiega che l’obiettivo del suo progetto è “identificare nuove cause genetiche di Sla in pazienti con alta probabilità di avere mutazioni genetiche alla base della malattia, ad esempio coloro che hanno un esordio molto precoce o alta familiarità, grazie ad una nuova tecnica avanzata di sequenziamento del Dna che sta già mostrando il suo potenziale”.

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