La “martoriata Ucraina” risponde all’appello lanciato ieri da papa Francesco, nel testo dell’Angelus diffuso dalla Sala Stampa. “Papa Francesco è diventato per noi uno che parla dell’Ucraina più di tutti gli altri. Rimarrà nella storia come colui che ci sta più vicino. La sua vicinanza e le sue parole sono per noi un segno che siamo vicino al suo cuore e al suo pensiero. Anche nelle condizioni in cui si trova oggi, si ricorda di noi. Ma oggi gli vogliamo dire che anche noi siamo vicini al Santo Padre e preghiamo per lui, per la sua salute”. E’ mons. Oleksandr Yazlovetskiy, vescovo ausiliare della diocesi romano-cattolica di Kyiv-Zhytomyr, a farsi “portavoce” del popolo ucraino. Interpellato dal Sir sulle parole scritte da papa Francesco per il terzo anniversario della guerra su larga scala contro l’Ucraina, mons. Yazlovetskiy che è anche presidente della Caritas-Spes, ricorda anche tutti gli aiuti che dal Papa, dalla Santa Sede e personalmente dal card. Krajewski, sono arrivati in questi tre anni di guerra al popolo ucraino. “Papa Francesco, in questo modo – dice il vescovo ausiliare -, ha anche mostrato che non si aiuta solo con le parole, ma che alle parole devono seguire le opere. Siamo molto grati per tutto questo aiuto che abbiamo ricevuto in modo speciale attraverso la Rete di Caritas Internationalis. Si può dire che il Papa abbia ispirato tante persone. Solo Dio conosce quante sono le persone che si sono ispirate alle parole e alle azioni di Papa Francesco ed hanno agito, pregato per noi, inviato soldi e aiuti, avviato progetti e aiutato le persone. Siamo grati a lui”.