“Auguro a tutti di essere viandanti di speranza: la nostra terra di Basilicata ne ha veramente bisogno”. Si chiude così la lettera di saluto che mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, neoeletto arcivescovo di Cesena-Sarsina, ha indirizzato ai fedeli delle diocesi di Matera-Irsina e Tricarico che ha guidato per nove anni, segnati, fra l’altro, dalla nomina di Matera 2019 Capitale europea della Cultura e dal XXVII Congresso eucaristico nazionale conclusosi con la storica visita di Papa Francesco il 25 settembre 2022. “Quanto dico a Matera e Tricarico – precisa Caiazzo – lo dico per i singoli paesi delle due diocesi”. E prosegue: “Tu, Matera-Tricarico, so che mi accompagnerai sempre con la tua preghiera e l’affidamento del mio ministero episcopale alla Madonna della Bruna”. “Matera-Tricarico cara e amata, come una sposa, non dimenticare la tua storia, gli uomini e le donne che ti hanno partorito e ti hanno reso bella agli occhi di tutti”; non dimenticare “le menti di quanti hanno creduto in te, nel tuo riscatto, i cuori che hanno saputo amare, le intelligenze che hanno saputo progettare per il bene di tutti. Abbandona ogni forma di litigiosità e agisci attraverso una progettualità seria e condivisa che sappia difendere il tuo territorio, la tua terra da custodire e salvaguardare. Agisci per il bene dei tuoi giovani desiderosi di continuare a rimanere stretti tra le tue braccia e che purtroppo spesso devono stare lontano da te, dal tuo affetto, per mancanza di lavoro, di prospettive future”. Quini l’invito a non dimenticare “i traguardi raggiunti” e a “non cullarti sugli allori conquistati. Cura la tua bellezza e la tua storia perché anche il passato sia conosciuto dai tuoi figli ed abitato per essere vissuto attraverso iniziative ben mirate”. Infine un augurio: “il vescovo cambia, ne arriverà un altro. Sicuramente cambierà lo stile perché ognuno di noi è unico e irripetibile, o, come direbbe il futuro santo Carlo Acutis, nessuno è una fotocopia, ma si inserirà dentro una strada che già come Chiesa di Matera-Irsina e Tricarico si sta percorrendo. Conoscerà queste Chiese, il territorio, la gente, le problematiche e sarà capace di affrontarle nel dialogo rispettoso e continuo con le istituzioni civili e militari. D’altronde insieme, se pur nella diversità di ruoli – conclude Caiazzo-, siamo chiamati a servire le stesse persone e la stessa terra”.