Nasce la Scuola di alta formazione per l’assistente spirituale nei contesti di cura. Un nome complesso che inquadra però una figura che esiste già: il sacerdote o il laico che assistono il malato sul piano spirituale all’interno di ospedali e residenze sanitarie sono migliaia e chiedono una formazione per affrontare domande di senso sempre più difficili, in questa società liquida e in rapido cambiamento. La Provincia Lombardo Veneta dei Fatebenefratelli che la promuove anche a Brescia unitamente alla Fondazione TuttoéVita, alla Congregazione delle Suore Ancelle della Carità e alla Fondazione Camplani, con il patrocinio dell’Associazione italiana pastorale sanitaria (Aipas), è consapevole che si tratta di un progetto unico e ambizioso. L’obiettivo è formare professionisti capaci di accompagnare il malato in maniera integrale, valorizzando l’interazione tra corpo, psiche e spirito.
La forza della Scuola risiede nella sua rete di collaborazioni interdisciplinari. Come sottolinea fra Massimo Villa, superiore provinciale della Provincia Lombardo Veneta dei Fatebenefratelli, la sinergia tra enti diversi come i Fatebenefratelli, le Suore Ancelle della Carità, la Fondazione Teresa Camplani e la Fondazione TuttoèVita aggiunge valore al progetto: “Mettere insieme pensieri diversi su un unico obiettivo, l’assistenza spirituale, ci permette di esplorare nuove prospettive e arricchire la nostra azione”. Anche Laura M. Zorzella, responsabile del Centro pastorale provinciale e direttrice del corso, evidenzia l’importanza di questa collaborazione: “Promuovere il prendersi cura della persona nella sua integralità non è possibile senza una visione condivisa. La rete di enti coinvolti rappresenta un modello di co-progettazione che mira a rispondere ai bisogni spirituali delle persone con competenza e umanità”.
spiega fra Massimo Villa, “oggi l’assistente spirituale va oltre la celebrazione sacramentale. È una figura che accompagna le persone rispettando le loro convinzioni, aiutandole a trovare un senso anche nelle situazioni di sofferenza”.
Secondo Madre Maria Oliva Bufano, madre generale delle Suore Ancelle della Carità, il nuovo profilo di assistente spirituale deve essere “culturalmente preparato, forte delle sue convinzioni ma aperto all’accoglienza di persone con credi diversi, per offrire un accompagnamento senza pregiudizi”.
Come evidenzia padre Guidalberto Bormolini, presidente della Fondazione TuttoèVita, “in un mondo caratterizzato da grandi cambiamenti sociali e culturali, chi accompagna il malato deve conoscere le diverse concezioni religiose e filosofiche legate alla malattia e alla morte. Questo permette di offrire un accompagnamento di alta qualità”. “Le persone che si avvicinano alla morte – aggiunge padre Guidalberto – spesso riscoprono una dimensione spirituale trascurata durante la vita. Accompagnarle in questo cammino richiede una preparazione personale e una capacità di accoglienza che abbracci l’interezza del loro essere”.
Madre Maria Oliva ribadisce infine che “la sfida principale è investire sulla formazione di figure professionali riconosciute anche a livello istituzionale. In Italia, questa figura non ha ancora un pieno riconoscimento giuridico, ma iniziano ad emergere esperienze significative che tracciano la strada”.