Ucraina: S.B. Shevchuk su trattative di pace, “non siamo un territorio; siamo persone viventi”. “Ogni città occupata trasformata dai russi in deserto”

(Foto Andriy Soletskyy)

“Sottolineiamo ancora una volta che non siamo un territorio; siamo persone viventi. Nessuno parla dei diritti delle persone che si troveranno in questi territori occupati, in particolare della loro libertà, a partire da quella religiosa”. E’ Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, a parlare del processo di pace e delle trattative in corso per porre fine alla aggressione russa su vasta scala. Lo fa intervenendo oggi ad una conferenza stampa organizzata a Parigi dall’Oeuvre d’Oirent. “Si dice che la via per la pace in Ucraina sia cedere parte del territorio alla Russia”, argomenta l’arcivescovo maggiore di Kyiv. “Ma questo rientra perfettamente nel paradigma della propaganda russa. Perché la Russia afferma che l’Ucraina non è un popolo, non è un Paese, ma solo territori. Dicono: “Dateci un po’ di territorio e ci calmeremo”. Ma questo è completamente falso. Innanzitutto, perché la Russia è il Paese più grande del mondo in termini di territorio. Non ha bisogno di un piccolo pezzo di territorio ucraino. Il loro obiettivo primario è distruggere l’Ucraina come Paese e distruggere il popolo ucraino”. Sempre a proposito della cessione di territori alla Russia, Shevchuk ricorda anche che “secondo la Costituzione ucraina, il potere di decidere sulla cessione o la modifica del territorio statale spetta esclusivamente a un referendum nazionale. Né il presidente né i gruppi che conducono i colloqui hanno alcun diritto legale o morale di cedere alcun territorio ucraino all’aggressore”.
Shevchuk lancia poi un monito e fa notare: “La Russia sta perseguendo una politica della terra bruciata. Ogni città e villaggio che i russi hanno occupato li hanno completamente distrutti. Quindi, anche se l’Ucraina cedesse parte del territorio alla Russia, ciò non fermerebbe l’aggressione”.  “I territori occupati si stanno trasformando in un vero e proprio deserto”, aggiunge. “In questi territori, i ragazzi, a partire dai 18 anni, vengono arruolati nell’esercito russo. I bambini vengono deportati all’interno della Russia per essere rieducati. Tutte le chiese, ad eccezione della Chiesa ortodossa russa, sono completamente vietate. Pertanto, chiunque discuta la possibilità di cedere territori ucraini alla Russia dovrebbe considerare anche il destino delle persone che vi vivono. All’inizio di quest’anno, quando l’amministrazione del presidente Trump ha iniziato a discutere di alcuni compromessi con la Russia, gli intellettuali ucraini hanno pubblicato una lettera aperta, un messaggio il cui titolo era: “Il male non può essere placato. Perché gli appetiti del male non faranno che crescere. Queste sono le regole spirituali della vita”.

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