Osservasalute 2025: spesa sanitaria famiglie 41 miliardi di euro dei 185 totali del 2024. Spesa pubblica tra le più basse area Ocse. Solo 7 regioni in equilibrio

Nel 2023 la spesa sanitaria pubblica pro capite ha raggiunto i 2.216 euro, appena lo 0,41% in più rispetto al 2022, con un incremento medio annuo del 2,23% nell’ultimo decennio. Un ritmo insufficiente, soprattutto se confrontato con l’inflazione del 2023 (5,7%), che di fatto trasforma l’aumento nominale in una riduzione reale. La spesa sanitaria pubblica si ferma al 6,14% del Pil, lontana dai livelli di Paesi come Finlandia (8,2%) e Regno Unito (8,9%), e tra le più basse dell’intera area Ocse, rivela il apporto Osservasalute 2025 presentato oggi a Roma, all’Università Cattolica.
Nel 2024 l’Italia ha speso complessivamente 185 miliardi di euro per la sanità: 137 miliardi coperti dal settore pubblico (74,2%) e 41 miliardi dalle famiglie (out of pocket), che continuano a sostenere una quota rilevante di costi, soprattutto per l’assistenza ambulatoriale (17,1 miliardi) e i farmaci (15,4 miliardi). Le assicurazioni private hanno contribuito con 4,7 miliardi, mentre il welfare aziendale ha investito 929 milioni, quasi tutti destinati alla prevenzione. Crescono anche i regimi di finanziamento volontari (+7,3% medio annuo) e le istituzioni non profit (+9,7%).
La distribuzione della spesa pubblica nel 2024 evidenzia priorità e squilibri: 47,4 miliardi per l’assistenza ospedaliera ordinaria, 26,9 per quella ambulatoriale, 21,9 per la farmaceutica, 14,1 per la Long Term Care, solo 7,7 miliardi per la prevenzione. Intanto il disavanzo sanitario nazionale peggiora: nel 2023 ha raggiunto 1,85 miliardi di euro, pari a 31 euro pro capite, il livello più alto dal 2012. Solo sette regioni risultano in equilibrio: Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Lazio, Campania e Sicilia.
A preoccupare è anche la spesa per il personale, scesa al 29,9% della spesa sanitaria totale nel 2022, complice il blocco del turnover e le politiche di contenimento. Il numero di medici e odontoiatri del Ssn è calato del 3,9% rispetto al 2019, passando da 112.146 a 107.777 unità. “Un segnale ulteriore – si legge nel report – di un sistema sotto pressione, chiamato a rispondere a bisogni crescenti con risorse che, in termini reali, continuano a diminuire”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Italia