“Che il Bambino di Betlemme rinnovi la sua presenza questa ‘Notte buona’ nei vostri cuori. Che la Sacra Famiglia benedica le vostre case e le trasformi in santuari della vita e della fede. Che cerchiamo insieme i cammini di pace e riconciliazione di cui il Messico ha bisogno. A voi famiglie, che resistete alle avversità di ogni giorno con amore; a voi giovani, che cercate luce in mezzo all’oscurità; a voi che portate il peso della malattia, della solitudine o dell’esilio; a voi fratelli migranti, il cui volto è il volto di Cristo pellegrino; a tutti diciamo con san Paolo: ‘La speranza non delude perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori’”. Lo scrive la Conferenza episcopale messicana, nel Messaggio di Natale e per l’Anno nuovo”, diffuso ieri e pervenuto al Sir.
Il messaggio sottolinea il percorso di avvicinamento al 500° anniversario dell’apparizione di Nostra Signora di Guadalupe, al piccolo Juan Diego: “Voi, noi, siamo la generazione che prepara questo Giubileo, che rinnova la fede, che ricostruisce con pazienza il tessuto ferito della nostra patria. La Novena intercontinentale guadalupana e la nostra pastorale sono strumenti per questo cammino. Maria custodisce la nostra storia nel suo cuore, con il suo sguardo ci comunica il Vangelo della salvezza affinché lo portiamo nella vita in tutto ciò che siamo e realizziamo”.
I vescovi guardano anche al 2026, quando sarà celebrato il centenario dei martiri cosiddetti “cristeros”, che tra il 1926 e il 1929 fecero resistenza alle persecuzioni del Governo anticlericale: “Viva Cristo Re! Non era un grido di guerra, ma di amore. Amore a Cristo, amore alla libertà religiosa, amore a una patria dove si possa vivere la fede senza timore”. E proseguono, auspicando la grazia della riconciliazione: “Che la memoria dei martiri non sia nostalgia, ma profezia. Che la loro testimonianza ci interroghi”.