“La pace è un principio che guida e determina le nostre scelte, e ci domanda perciò di rifiutare il detto, troppe volte semplicisticamente e meccanicamente ripetuto, ‘si vis pacem para bellum’, invitandoci a prendere sul serio il suo contrario, si vis pacem para pacem’: solo muovendo dalla pace si può davvero garantire la pace. Non è possibile farlo, infatti, se si fonda la pace su presupposti che la negano”. Tommaso Greco, professore ordinario di filosofia del diritto nell’Università di Pisa, ha sintetizzato così il senso del messaggio del papa per la Giornata mondiale della pace, intervenendo alla conferenza stampa di presentazione in sala stampa vaticana. “Questa sfida, che riguarda tutti, è particolarmente urgente per il cristiano”, ha osservato il filosofo , “il quale deve sottrarsi all’accusa di impotenza — o addirittura di ‘intelligenza’ con il male — in cui molti vorrebbero racchiudere il messaggio di Cristo, che è messaggio di pace, quando questo si rifiuta di accettare la logica della forza e della violenza invocata a difesa del bene”. “Scegliere la pace non vuol dire essere ciechi davanti a una realtà che è spesso fatta di violenza e di impiego brutale della forza”, ha spiegato Greco: “così come non vuol dire lasciare da sole le vittime delle ingiustizie. Significa, invece, mettere in atto tutto ciò che il bene suggerisce e che la civiltà umana ha saputo elaborare nel corso dei secoli; difendere il diritto internazionale, ricordando che la sua efficacia non passa prima di tutto dall’uso della forza, bensì dalla consapevole adesione degli Stati in un rapporto di reciproco e sempre rinnovato riconoscimento; cercare sempre e in ogni forma il dialogo, ricordando che esso va perseguito proprio là dove appare più difficile; non alimentare il folle gioco del riarmo, che appare come ricerca di un equilibrio che non può mai trovare equilibrio e che prima o poi sfocia in un prevedibile uso delle armi, che nell’epoca nucleare non può non generare catastrofi inimmaginabili”.