“Voler continuamente considerare, davanti a Dio e davanti all’umanità intera, l’enorme peso della loro responsabilità”. Nel messaggio per la Giornata mondiale della pace, il Papa ribadisce l’appello dei padri conciliari ai governanti e ai “supremi comandanti militari”, rilanciando “la via del dialogo come la più efficace ad ogni livello”. “Chi ama veramente la pace ama anche i nemici della pace”, la citazione di Sant’Agostino, che in proposito “raccomandava di non distruggere i ponti e di non insistere col registro del rimprovero, preferendo la via dell’ascolto e, per quanto possibile, dell’incontro con le ragioni altrui”. Sessant’anni fa, il Concilio Vaticano II “si concludeva nella consapevolezza di un urgente dialogo fra Chiesa e mondo contemporaneo”, ricorda Leone. In particolare, la Costituzione Gaudium et spes portava l’attenzione sull’evoluzione della pratica bellica: “Il rischio caratteristico della guerra moderna consiste nel fatto che essa offre quasi l’occasione a coloro che posseggono le più moderne armi scientifiche di compiere tali delitti e, per una certa inesorabile concatenazione, può sospingere le volontà degli uomini alle più atroci decisioni”.