Diocesi: Vicenza, mons. Brugnotto celebra il Natale in carcere e invita a “non scartare”

(Foto diocesi Vicenza)

Questa mattina il vescovo mons. Giuliano Brugnotto ha presieduto la messa di Natale nella Casa Circondariale “Del Papa” di Vicenza, concelebrata da padre Hiagi Motofaga, missionario verbita da molti anni impegnato in carcere, e dal diacono Alessandro Savio, vice direttore della Caritas diocesana. Alla celebrazione hanno partecipato una trentina di detenuti del circuito di alta sicurezza, insieme a personale sanitario ed educativo, docenti, volontari delle associazioni attive in carcere, il coro di San Pio X e numerosi ospiti. Presenti anche la direttrice della Casa Circondariale, Luciana Traetta, che ha voluto fortemente questa giornata per offrire ai detenuti un tempo di festa, il presidente del Consiglio comunale Massimiliano Zaramella e la cantante bassanese Francesca Michielin. Nel saluto iniziale padre Motofaga ha ringraziato in particolare i volontari che “con discrezione e attenzione, condividono tempo e mettono sempre al centro la persona”. Nell’omelia mons. Brugnotto ha espresso il desiderio che il carcere non sia isolato o messo da parte rispetto alla città, articolando la sua riflessione attorno a tre immagini bibliche. Richiamando il profeta Geremia ha affermato: “Qui, in carcere, sapete cosa significa desiderare un futuro diverso – ha detto il vescovo – quando i giorni si assomigliano e certe etichette sembrano incollate addosso. Ma Dio oggi dice: io non vi definisco con il vostro passato; io preparo un futuro”. Dal Salmo 71 ha tratto l’invito a riconoscere che “la vostra vita non è scarto”, mentre la figura di san Giuseppe ha suggerito una scelta concreta: “È l’invito a non scartare, a non abbandonare, a non chiudere per sempre”. Al termine della messa Francesca Michielin ha offerto un breve concerto, seguito dalla visita al laboratorio di panificazione “Libere Golosità” e da un momento di preghiera con il personale sanitario. Grazie alla collaborazione con Prison Fellowship Italia, la giornata si è conclusa con un “pranzo d’Amore” condiviso da detenuti, vescovo, educatori e volontari.

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