Diocesi: i vescovi di Ivrea e Asti sulla chiusura Konecta, “individuare soluzioni che tutelino la dignità del lavoro”

“Si intensifichino le opportunità di dialogo per individuare soluzioni che tutelino la dignità del lavoro in un contesto di economia più etica e meno orientata al solo profitto”. È l’appello dei vescovi di Ivrea, mons. Daniele Salera, e di Asti, mons. Marco Prastaro, in un comunicato congiunto sulla chiusura delle due sedi di Konecta (ex Comdata) e il trasferimento di circa 1.100 dipendenti – 700 ad Ivrea e 400 ad Asti – nella sede di Torino, previsto entro giugno 2026. I presuli sottolineano che “il trasferimento a Torino, oltre ad impoverire i territori di Ivrea ed Asti, dove le sedi di Konecta rappresentano uno tra i più corposi insediamenti industriali, con una forte ricaduta sull’indotto e sul tessuto economico locale, sembrerebbe un modo, da parte dell’azienda, di spingerli verso l’abbandono volontario del posto di lavoro”. Mons. Salera e mons. Prastaro evidenziano che “gli stipendi medi si aggirano sui 600-700 euro mensili per il part-time e 1.100 euro per il tempo pieno, ciò che rende il pendolarismo insostenibile, e a cui va aggiunta la difficoltà della gestione e della organizzazione familiare di ogni dipendente”. I vescovi seguono “con particolare attenzione e apprensione” l’incontro previsto il 22 dicembre al Ministero del lavoro e chiedono “che le istituzioni pubbliche e le parti sociali tentino tutte le strade possibili per conservare le attività ad Ivrea e Asti con i rispettivi posti di lavoro”. Entrambi i presuli si dichiarano “disponibili ad incontrare, ascoltare e sostenere chi è colpito da questa crisi”, esprimendo “vicinanza alle preoccupazioni delle lavoratrici, dei lavoratori e delle loro famiglie, nella convinzione che nessuno debba sentirsi solo”.

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