(Strasburgo) I negoziatori di Parlamento e Consiglio Ue hanno raggiunto un accordo politico sugli aggiornamenti della Legge sull’asilo del 2024 per quanto riguarda le condizioni di applicazione delle norme sui Paesi terzi sicuri. Tema scottante, sul piano politico, giuridico e sociale, tornato nei dibattiti all’Europarlamento, che oggi chiude la plenaria a Strasburgo, per cedere il passo al summit dei capi di Stato e di governo, giunti a Bruxelles. Dunque la Commissione per le libertà civili dell’Eurocamera e i team negoziali del Consiglio hanno concordato informalmente nuove norme in base alle quali gli Stati membri possono decidere che un Paese extra-Ue è un Paese terzo sicuro (Stc) nei confronti di un richiedente asilo che non ne è cittadino, e possono quindi dichiarare la sua domanda inammissibile. L’accordo si basa su una proposta della Commissione di aggiornare questa disposizione nel Regolamento sulla procedura di asilo.
Le nuove norme consentirebbero ai Paesi dell’Ue di applicare il concetto di Stc in singoli casi in cui sia soddisfatta una delle tre condizioni seguenti: esiste un legame tra il richiedente e un Paese terzo (tale legame può essere considerato accertato se i familiari del richiedente sono presenti nel Paese terzo interessato, se il richiedente vi ha soggiornato in precedenza o se sussistono legami linguistici, culturali o simili); i richiedenti hanno transitato attraverso un Paese terzo nel loro percorso verso l’Ue, dove avrebbero potuto richiedere l’asilo effettivo; esiste un accordo o un’intesa con un Paese terzo a livello bilaterale, multilaterale o unionale per l’ammissione dei richiedenti asilo.
Alla conclusione di un accordo o di un’intesa con un Paese terzo, i paesi dell’Ue dovrebbero informare la Commissione e gli altri Stati membri prima che vengano applicati provvisoriamente o entrino in vigore, a seconda di quale evento si verifichi per primo. “I minori non accompagnati – precisa una nota – saranno esentati dall’applicazione delle norme sui Paesi terzi sicuri sulla base di accordi e intese con Paesi terzi”. “In linea con la proposta della Commissione, i richiedenti non dovrebbero avere un diritto automatico a rimanere nello Stato membro in cui hanno chiesto asilo mentre è in corso la risoluzione di un ricorso contro una decisione di inammissibilità”. Secondo la relatrice Lena Düpont (popolare tedesca) “con il Regolamento sui Paesi terzi sicuri, stiamo rendendo le politiche migratorie credibili e operative”.