Resistenza: card. Cantoni (Como), “essere oggi ribelli per amore, contro l’odio e l’indifferenza”

(Foto diocesi Como)

“Per i credenti la Resistenza non è fondata sull’odio, ma sull’amore di patria, è una lotta contro l’ingiustizia e per la libertà, ma si esprime in un modo diverso, non dimentica le esigenze della fraternità”. Lo ha affermato il vescovo di Como, card. Oscar Cantoni, intervenendo alla mattinata di studio “La resistenza sociale a Como – Cristianesimo e quotidianità nella Lotta di Liberazione”, svoltasi oggi nella Biblioteca comunale “Paolo Borsellino”. L’incontro, promosso da Acli Como con la diocesi e il Comitato per l’80° anniversario della Liberazione, ha visto saluti, relazioni e testimonianze sul contributo dei cattolici al movimento resistenziale. Il card. Cantoni ha ricordato che la partecipazione dei cattolici alla Resistenza “non sta solo nella guerra partigiana”, ma in un “più vasto movimento morale” che spinse migliaia di uomini e donne a opporsi alla guerra e alla dominazione straniera, maturando “il distacco progressivo” dal regime. Il cardinale ha evocato figure come Alberto Marvelli, Gino Pistoni, Leda Bevilacqua e Odoardo Focherini, e il dato dei “1481 i ribelli per amore tra laici e sacerdoti”. Richiamando la preghiera del beato Teresio Olivelli — “Dio che sei Verità e Libertà, facci liberi e intensi: alita nel nostro proposito, tendi la nostra volontà, moltiplica le nostre forze…” — il card. Cantoni ha definito la Resistenza una “rivolta dello spirito” contro una concezione disumana della storia, un movimento che “sbocciò nel suo humus più naturale all’interno della parrocchia” grazie a un’educazione religiosa e civile che formava coscienze pronte a difendere i valori cristiani. Il cardinale ha ricordato esempi locali di coraggio, dal “parroco-martire” don Umberto Marmori a casa Ambrosoli – da dove venne il medico missionario Giuseppe, oggi beato – che fu uno dei punti di riferimento dell’Oscar, l’organizzazione degli Scouts cattolici nata per aiutare ebrei e altri perseguitati senza distinzione di appartenenza politica a passare il confine con la Svizzera. I preti, ha osservato, “divennero l’ossatura nascosta e portante della Resistenza”, restando con la gente e offrendo la vita per gli innocenti. Per il card. Cantoni la Resistenza non fu espressione di parte ma “unitaria” e popolare, e il suo orizzonte trascende la semplice opposizione: fu progetto per uno Stato al servizio dell’uomo, fondato su verità e moralità oggettiva. Dalle testimonianze dei “ribelli per amore” il cardinale esorta oggi a rispondere alla “civiltà dell’odio con la civiltà dell’amore”, a contrastare l’indifferenza e la mediocrità dei pensieri e dei gesti. Concludendo, il card. Cantoni ha rilanciato l’appello alla memoria come impegno educativo: “La Resistenza… si propone con una proposta educativa che va oltre il tempo e lo spazio”, e ha citato Papa Leone XIV: “La pace è un cammino e Dio cammina con voi… Il Signore crea e diffonde la pace attraverso i suoi amici pacificati nel cuore”.

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