“Quanto più siamo riconciliati, tanto più noi cristiani possiamo rendere una testimonianza credibile al Vangelo di Gesù Cristo, che è annuncio di speranza per tutti, messaggio di pace e di fraternità universale che travalica i confini delle nostre comunità e nazioni”. Ne è convinto il Papa, che nel discorso pronunciato ieri in inglese durante l’incontro ecumenico di preghiera a Iznik, l’antica Nicea, ha affermato che “la riconciliazione è oggi un appello che proviene dall’intera umanità afflitta da conflitti e violenze”. “Il desiderio di piena comunione tra tutti i credenti in Gesù Cristo è sempre accompagnato dalla ricerca di fraternità tra tutti gli esseri umani”, ha osservato Leone XIV: “Nel Credo Niceno professiamo la nostra fede ‘in un solo Dio Padre’; tuttavia, non sarebbe possibile invocare Dio come Padre se rifiutassimo di riconoscere come fratelli e sorelle gli altri uomini e donne, anch’essi creati a immagine di Dio”. “C’è una fratellanza e sorellanza universale, indipendentemente dall’etnia, dalla nazionalità, dalla religione o dall’opinione”, la tesi del Papa: “Le religioni, per loro natura, sono depositarie di questa verità e dovrebbero incoraggiare le persone, i gruppi umani e i popoli a riconoscerla e a praticarla”.