La “logica della piccolezza” è “la vera forza della Chiesa”. Lo ha detto ieri il Papa, incontrando i vescovi, i sacerdoti, i diaconi, i consacrati, le consacrate e gli operatori pastorali, nella cattedrale dello Spirito Santo a Istanbul. “La storia che vi precede non è semplicemente qualcosa da ricordare e poi archiviare in un passato glorioso, mentre guardiamo rassegnati al fatto che la Chiesa cattolica è diventata numericamente più piccola”, ha osservato Leone XIV, secondo il quale la forza della Chiesa “non risiede nelle sue risorse e nelle sue strutture, né i frutti della sua missione derivano dal consenso numerico, dalla potenza economica o dalla rilevanza sociale”. “C’è bisogno di testimoniare con gioia il Vangelo e di guardare con speranza al futuro”, l’invito del Papa, che tra i segni “più belli e promettenti”, nel suo discorso in inglese, ha citato i “tanti giovani che bussano alle porte della Chiesa cattolica, portandovi le loro domande e le loro inquietudini”. Di qui l’invito a “continuare nel rigoroso lavoro pastorale che portate avanti, ad ascoltare e accompagnare i giovani e ad avere cura di quegli ambiti in cui la Chiesa in Türkiye è chiamata a lavorare in modo speciale: il dialogo ecumenico e interreligioso, la trasmissione della fede alla popolazione locale, il servizio pastorale ai rifugiati e ai migranti. Quest’ultimo aspetto merita una riflessione”. “La presenza assai significativa di migranti e rifugiati in questo Paese pone alla Chiesa la sfida dell’accoglienza e del servizio di costoro che sono tra i più vulnerabili”, ha detto ancora il Pontefice: “Allo stesso tempo, questa Chiesa è costituita da stranieri e anche molti di voi – sacerdoti, suore, operatori pastorali – provenite da altre terre; ciò richiede un vostro speciale impegno per l’inculturazione, perché la lingua, gli usi, i costumi della Türkiye diventino sempre più i vostri”.