“Presentare al mondo una rinnovata testimonianza di pace, riconciliazione e unità”. È il compito affidato alla Chiesa cattolica e a quella ortodossa – e in particolare a “quanti sono ancora titubanti verso qualsiasi forma di dialogo” – nella dichiarazione congiunta firmata da Papa Leone XIV e dal Patriarca ecumenico Bartolomeo al Phanar, sede del Patriarcato ecumenico a Istanbul. “Quest’anno commemoriamo anche il 60° anniversario della storica dichiarazione congiunta dei nostri venerabili predecessori, Papa Paolo VI e il patriarca ecumenico Atenagora, che estinse lo scambio di scomuniche del 1054”, si ricorda nel testo, in cui si afferma che tale “gesto profetico” ha spinto le nostre Chiese a perseguire “in uno spirito di fiducia, di stima e di carità reciproche, il dialogo che le condurrà, con l’aiuto di Dio, a vivere nuovamente, per il maggior bene delle anime e la venuta del Regno di Dio, nella piena comunione di fede, di concordia fraterna e di vita sacramentale che esisteva tra loro nel corso del primo millennio della vita della Chiesa”, come si legge nella dichiarazione di 60 anni fa, “per togliere dalla memoria e nel mezzo della Chiesa le sentenze di scomunica”. Di qui il sostegno al lavoro della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa, “che nella fase attuale sta esaminando questioni storicamente considerate fonte di divisione”. Oltre al “ruolo insostituibile che il dialogo teologico svolge nel processo di riavvicinamento tra le nostre Chiese”, il Papa e il patriarca raccomandano anche “gli altri elementi necessari di questo processo, tra cui i contatti fraterni, la preghiera e il lavoro congiunto in tutti quei settori in cui la cooperazione è già possibile”.