“Oltre a riconoscere gli ostacoli che impediscono il ripristino della piena comunione tra tutti i cristiani – ostacoli che cerchiamo di affrontare attraverso la via del dialogo teologico – dobbiamo anche riconoscere che ciò che ci unisce è la fede espressa nel Credo di Nicea”. È quanto si legge nella dichiarazione congiunta firmata da Papa Leone XIV e dal Patriarca ecumenico Bartolomeo al Phanar, sede del patriarcato a Istanbul. “Questa è la fede che salva nella persona del Figlio di Dio, vero Dio da vero Dio, homoousios con il Padre, che per noi e per la nostra salvezza si è incarnato e ha abitato in mezzo a noi, è stato crocifisso, è morto ed è stato sepolto, è risorto il terzo giorno, è asceso al cielo e verrà di nuovo a giudicare i vivi e i morti”, si legge nel testo: “Attraverso la venuta del Figlio di Dio, noi siamo iniziati al mistero della Santissima Trinità – Padre, Figlio e Spirito Santo – e siamo invitati a diventare, nella persona di Cristo e attraverso di Lui, figli del Padre e coeredi con Cristo per la grazia dello Spirito Santo. Dotati di questa comune confessione, possiamo affrontare le sfide che condividiamo nel testimoniare la fede espressa a Nicea con rispetto reciproco, e possiamo lavorare insieme verso soluzioni concrete con sincera speranza”.