Avvento: mons. Bellandi (Salerno), “sia per tutti un tempo di riscoperta della speranza”

“Anche quest’anno il Signore ci dona il tempo dell’Avvento, tempo forte e umile, in cui siamo invitati a tornare al cuore della fede: Dio viene, Dio entra nella storia, Dio non abbandona il suo popolo”. Lo scrive l’arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno, mons. Andrea Bellandi, in un messaggio ai fedeli, in occasione dell’Avvento.
Benedetto XVI ci ha ricordato che “all’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte” (Caritas Est, 1). “L’Avvento è il tempo in cui questo incontro si rinnova: non celebriamo un ricordo, ma accogliamo una Presenza che avanza verso di noi”, commenta mons. Bellandi.
L’affermazione di Leone XIV nell’udienza generale del 26 novembre – “il Figlio incarnato rivela il Padre: restituisce dignità ai peccatori, accorda la remissione dei peccati e include tutti, specialmente i disperati, gli esclusi, i lontani nella sua promessa di salvezza” – “trova nel tempo di Avvento la sua cornice più naturale e splendente sottolinea il presule -. L’Avvento, infatti, è il tempo in cui attendiamo e contempliamo l’Incarnazione come rivelazione definitiva del volto di Dio Padre. L’ingresso del Figlio nel mondo non è un gesto neutro: è la manifestazione concreta della misericordia divina che scende nelle ferite dell’umanità”.
L’arcivescovo mette in guardia: “Il cristiano non è uno perfetto, ma un mendicante, uno che desidera, che attende, che riconosce la propria dipendenza da Dio. Per tutti attendere Cristo significa riconoscere che il cuore non si accontenta. Viviamo questo tempo propizio con il desiderio di una vita più vera, di rapporti più giusti e più puri, di una fede adulta, pensata e vissuta e con una carità operosa, concreta, credibile”.
Di qui l’invito: “Diventiamo protagonisti insieme di gesti concreti verso le famiglie provate, gli anziani soli, i giovani che hanno diritto a una proposta alta, i poveri che chiedono uno sguardo fraterno e i malati nei quali Cristo si lascia trovare con un’urgenza speciale. La visita del Signore si riconosce nelle carni ferite dei fratelli”.
Sottolineando che “la nostra bellissima Chiesa locale è la comunità dell’incontro che genera la fede autentica, che si esprime anche nella bellezza della liturgia e nell’ascolto della Parola”, mons. Bellandi conclude: “L’Avvento 2025 sia per tutti un tempo di riscoperta della speranza, radicata in Cristo che viene e che non si stanca di visitare la nostra Chiesa di Salerno-Campagna-Acerno”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori