In vista della Giornata mondiale contro l’Aids del 1 dicembre, l’Unicef lancia l’allarme sul rischio di un brusco arretramento nella risposta globale all’Hiv, soprattutto per i più piccoli. Il nuovo rapporto realizzato con Unaids, “Their Future is on the Line”, evidenzia che nel 2024 120mila bambini tra 0 e 14 anni hanno contratto l’Hiv e 75mila sono morti per cause legate all’Aids, circa 200 ogni giorno. Tra gli adolescenti (15-19 anni) si registrano 150mila nuovi contagi, con una netta prevalenza di ragazze, in particolare nell’Africa subsahariana. Nonostante i progressi degli ultimi anni, l’accesso alle cure resta fortemente diseguale: solo il 55% dei bambini con Hiv riceve una terapia antiretrovirale, contro il 78% degli adulti. La riduzione dei finanziamenti internazionali sta aggravando il quadro, mettendo a rischio decenni di avanzamenti. Secondo le proiezioni, una drastica diminuzione della copertura dei programmi potrebbe causare entro il 2040 oltre un milione di nuovi contagi pediatrici e 820mila ulteriori decessi, portando il totale a livelli drammatici. L’Unicef richiama Governi e partner globali a proteggere e rafforzare i servizi sanitari per madri, bambini e adolescenti, potenziando la prevenzione della trasmissione madre-figlio e garantendo percorsi di diagnosi e cura tempestivi. Fondamentale, sottolinea l’organizzazione, è assicurare finanziamenti stabili e innovativi, capaci di sostenere programmi che hanno già evitato milioni di infezioni e salvato numerose vite. “La scelta è chiara – afferma Anurita Bains, vicedirettrice dell’Unicef per l’Hiv e l’Aids – investire oggi o rischiare di cancellare decenni di progressi e perdere milioni di giovani vite”.