Pace: Mattarella, “se la vuoi, devi costruirla e preservarla”. “Nuovi ‘dottor Stranamore’ amano la bomba”

(Foto Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

“Se vuoi la pace, devi costruirla e preservarla”. Lo ha ricordato ieri il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento al Palazzo del Reichstag, sede del Parlamento tedesco a Berlino, in occasione della Giornata del lutto nazionale, 80 anni dopo la fine della Seconda guerra mondiale.
“La pace non è frutto di rassegnazione di fronte alle grandi tragedie. Ma di iniziative coraggiose, di persone coraggiose”, ha osservato il Capo dello Stato, aggiungendo che “in questi decenni tanti attori della comunità internazionale – e tra essi l’Unione europea – con ostinazione e non senza fatica, hanno perseguito la pace, che si nutre del rispetto dei diritti umani fondamentali”. “La cooperazione tra Stati, istituzioni, popoli è la sola misura che può proteggere la dignità umana”, ha spiegato Mattarella, ammonendo: “Il multilateralismo non è burocrazia, come, invece, asseriscono i prepotenti: è l’utensile che raffredda le divergenze e ne consente soluzione pacifica; è il linguaggio della comune responsabilità. È la voce che richiama al valore della vita di ogni singola persona, contrapposta all’arroganza di chi vorrebbe far prevalere la logica di una spregiudicata presunta ragion di Stato, dimentica che la sovranità popolare appartiene, appunto ai cittadini. La sovranità è dei cittadini e non appartiene a un Moloch impersonale che pretenda di determinarne i destini”.
Il presidente ha poi rilevato che “nuovi ‘dottor Stranamore’ si affacciano all’orizzonte, con la pretesa che si debba ‘amare la bomba’”. E ha proseguito evidenziando che “si odono dichiarazioni di altri Paesi su possibili ripensamenti del rifiuto dell’arma nucleare. Emerge, allora, il timore che ci si addentri in percorsi ad alto rischio, di avviarsi ad aprire una sorta di nuovo vaso di Pandora. Tutto questo viene agevolato dal diffondersi, sul piano internazionale, di un linguaggio perentorio, duramente assertivo, che rivendica supremazia”. Mattarella ha poi precisato che “la sovranità di un popolo non si esprime nel diritto di portare guerra al vicino”. E che “la guerra di aggressione è un crimine”. In Europa, ha ancora ricordato, “abbiamo saputo dar vita a un’area di pace, di libertà, di prosperità, di rispetto dei diritti umani, che non ha precedenti nella storia”. “Non lasciamo che, oggi, il sogno europeo – la nostra Unione – venga lacerato da epigoni di tempi bui. Di tempi che hanno lasciato dolore, miseria, desolazione”, ha concluso Mattarella.

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