Giornata mondiale poveri: mons. Ambarus (Matera e Tricarico), “rimetterci alla scuola catechetica dei poveri per imparare cosa significa sperare nel Signore”

“Celebrare una volta all’anno la Giornata dei poveri non è perché ‘gli diamo spazio una volta all’anno’ ma è rimetterli al centro dell’azione ecclesiale”. Lo dice in un video messaggio per la Giornata mondiale dei poveri – celebratasi ieri – l’arcivescovo di Matera-Irsina e vescovo di Tricarico, mons. Benoni Ambarus. Nel suo intervento il presule sottolinea che “i poveri non sono solo persone bisognose di aiuto ma vanno considerati maestri di fede e di speranza, la loro capacità di affidarsi al Signore può aiutare a credere e vivere il Vangelo. Da qui l’invito a “ritagliarsi del tempo per avvicinarsi ad una persona che vive povertà di qualunque tipo e provare ad ascoltare la sua storia” per imparare cosa significa sperare nel Signore”. Per mons. Ambarus “siamo invitati ad avvicinarci ai poveri come coloro che veramente sperimentano la loro speranza nel Signore, anche più di noi, perché noi abbiamo tanti appoggi nell’esistenza, loro sono privi degli appoggi materiali e relazionali”. Occorre avvicinarsi “ad una persona che vive povertà di qualunque tipo e provare ad ascoltare la sua storia, soprattutto a cogliere e a carpirne il segreto del come fa a districarsi nelle difficoltà della vita rispetto al suo rapporto con il Signore. Guardate – sottolinea il presule – ci faremmo un bel regalo reciprocamente se vivessimo così questa Giornata mondiale dei poveri: rimetterci alla scuola catechetica dei poveri per imparare cosa significa sperare nel Signore”.

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